Modelfoxbrianza Modellismo Ferrari Modellismo Tutorial Campionato del Mondo di F1 Database Ferrari Storia Ferrari Ferrari &...altro Mail Modelfoxbrianza Modellismo Ferrari Campionato del Mondo di F1 Database Ferrari Storia Ferrari Ferrari &...altro La Ferrari vista attraverso Modellismo, Storia e Passione



 
 
 
 
 
 
 
 
 
Introduzione
A volte per chi si occupa di modellismo e diorami, ricostruire una determinata scena storica, porta a ricerche iconografiche che nemmeno si può immaginare quando si progetta la scena da ricostruire in scala. E’ successo anche per questo piccolo, forse insignificante diorama in scala 1/20 che riproduce di per se, forse una scena come tante in Formula Uno: una macchina, un pilota che sta scendendo da essa, gli uomini del team che gli si stringono attorno per capire cosa è successo. Insignificante dicevo, se quella vettura non fosse una Ferrari, se quel pilota non si chiamasse Niki Lauda, se quel Gran Premio non fosse quello corso al Mont Fuji il 24 ottobre 1976, che vide un sicuro Campionato Mondiale Conduttori ad appannaggio di Lauda, consegnato per un solo punto al rivale James Hunt
 
Descrivere i fatti che portarono Niki Lauda al ritiro del Fuji non è cosa semplice, in quanto tutta la vicenda è costellata da aneddoti, fatti e problematiche, a volte partite da molto lontano e non dalla pista stessa. In questa pagina si è cercato di raccogliere i fatti così come sono stati descritti da Autosprint, dallo stesso Lauda, da Enzo Ferrari e dai piloti che hanno vissuto la gara di quel 24 ottobre1976, suddividendoli per sezioni o argomenti che partono dalla vittoria di James Hunt al Glen, passando poi dalle controversie di regolamento nella stagione ’76 tra RAC, CSI e CSAI, continuando con una visione tecnica della T2, per approdare in fine alla gara vera e propria e al ritiro dell’alfiere della Ferrari in quel diluvio domenicale. Il tutto per cercare di capire dopo anni di distanza, cosa portò Lauda a quella decisione di ritirarsi e consegnare su di un piatto d’argento il titolo piloti a James Hunt.
 
 
 
Niki Lauda e James Hunt, "una poltrona per due" al Fuji

Niki Lauda e James Hunt, "una poltrona per due" al Fuji
 
 
 
Ovviamente la ricerca è stata condotta in precedenza da molti altri storici dell’automobilismo, ma cercherò di portare anch’io la mia versione. L’ausilio fondamentale di Autosprint, annata 1976, del libro di Niki Lauda “I miei anni con Ferrari” e con vari articoli tratti da internet, più o meno rispondenti a verità storica, hanno permesso questa ricostruzione dei fatti accaduti. Il diorama in scala 1/20, evidenzia la “scena finale”, forse il dramma di un pilota che ha fagogitato per un anno problemi, pressioni, un incidente catastrofico, un ritorno in pista all’ombra di un altro pilota, assunto per sostituirlo in quanto la sua ripresa nei gran premi, se mai ci fosse stata, sarebbe avvenuta non prima delle ultime gare. E invece no, Niki Lauda era schierato al Gran Premio d’Italia a Monza e questa la dice lunga sull’uomo e sul pilota, criticato da molti per “avere avuto paura”.
 
 
 
Il tragico incidente del Neurburgring del 1° agosto 1976

Il tragico incidente del Neurburgring del 1° agosto 1976
 
 
 
Da Watkins Glen al Mont Fuji– Il perché di un presagio
 
Dopo la gara americana di Watkins Glen che ha visto vincitore James Hunt e al terzo posto Niki Lauda a 1’03”806, la situazione in previsione del Gran Premio del Giappone al Fuji si fa sempre più pesante per la Ferrari. Ora sotto accusa è la vettura progettata da Forghieri che non convince più gli addetti ai lavori e i tanti tifosi del Cavallino rampante. Mancano due sole settimane al GP giapponese e Autosprint Franco Lini in “domenica sprint”, arriva a porsi una domanda cruciale: “riuscirà Niki Lauda a contenere l’assalto di Hunt?” Continua Lini:” Se dovessimo soltanto basarci su quanto le ultime gare ci hanno mostrato, su quello che la valutazione e la osservazione dei contendenti nelle loro prestazioni più recenti ci hanno mostrato, dovremmo giungere alla conclusione che Lauda non riuscirà a ribattere l’assalto dell’inglese ed è una conclusione malinconica”.
 
 
 
Niki Lauda impegnato a Watkins Glen nel Pgran Premio USA Est vinto da Hunt

Niki Lauda impegnato a Watkins Glen nel Pgran Premio USA Est, vinto da Hunt (foto Autosprint)
 
 
 

Aggiunge Franco Lini:” Ancora si è visto che qui al Glen, Lauda è probabilmente tornato ad essere se stesso, poiché abbiamo avuto l’impressione che si sia impegnato al massimo delle sue qualità. Però non è bastato, ed anche nella fase iniziale della gara, quando ha tentato di riaccodarsi ai primi due, non è stato irresistibile come quando aveva la macchina decisamente superiore” (omissis). Lini descrive poi una T2 poco guidabile, dichiarandola “ceduta” già dal Canada. Ma cosa è realmente successo alla T2? Continua Lini:<

A questo proposito occorre ricordare come siano state le cattive regolazioni (almeno un intempestivo tentativo di modificare gli ammortizzatori) a privare Clay Regazzoni dell’unica possibilità di diventare campione del mondo, proprio su questa pista. La cosa fece a suo tempo parecchio rumore, con anche una presa di posizione della fabbrica degli ammortizzatori, chiamata in causa senza colpa”. Lini sembra predire il futuro e aggiunge:” Se invece il Canada e adesso Watkins Glen saranno stati lo specchio di una situazione tecnica più profonda, James Hunt riuscirà a conquistare il titolo che comunque ha dimostrato di meritare, al di la delle polemiche, dei cavilli, dei reclami e contro reclami”.(omissis)

 
 
 
Niki Lauda precede Jocken Mass al Glen

Niki Lauda precede Jocken Mass al Glen (foto Autosprint)



FIA, RACI, CSI e CSAI – Il "caos" in pista e fuori pista
 
Apriamo adesso una piccola parentesi sulle guerre intestine che stanno divorando la Formula Uno, guerre che hanno caratterizzato tutto l’anno 1976.
Da Londra David Hodges (scrittore e giornalista sportivo) scrive nelle pagine di Autosprint n°41 del 12-19 ottobre 1976, e cerca di spiegare cosa é successo nei precedenti gran premi di avvicinamento al Fuji, diciamo “dalla parte inglese” della barricata. Hodges inizia il suo articolo affermando che stampa e TV italiana, passino informazioni alla gente comune e ai tifosi Ferrari, solo in misura di quanto gli stessi vogliano sentirsi dire.

 
Scrive Hodges:..(omissis)..."Quindi ecco per quanto noi in Inghilterra possiamo valutare la situazione, l’assurda fantasia romanzesca sul carburante ad alcool, l’eliminazione del GP d’Austria e così via” e continua “Il campionato del mondo di quest’anno sarà sempre un po’ falso; non sarà accompagnato da onore o gloria, se non sarà vinto come ancora promette Hunt pulitamente in circuito”. Insomma, parole non proprio tenere verso la gestione di questo campionato. Gli inglesi sono convinti che dopo la decisione del 24 settembre sul GP di Spagna e d’Inghilterra, fosse finita questa oscura fase della stagione 1976. “Ovviamente non sarà così, aggiunge Hodges,"…se sarà dato seguito al telex del 23 settembre del RAC alla CSI per quanto riguarda il GP d’Italia
 
 
 
Niki Lauda
 
Niki Lauda
 
Tutta la cronaca di David Hodges descrive ricorsi e contro ricorsi per i gran premi di Spagna, Inghilterra, Austria e Italia con dovizia di particolari su benzine all’alcool, raggiri del regolamento sportivo commessi da McLaren e Ferrari, arrivando a scomodare organismi come appunto il RAC britannico, la CSAI e il CSI, fino al punto di concludere la sua requisitoria più che un articolo, “Il modo in cui gli italiani hanno oppresso i teams McLaren e Penske la mattina del GP d’Italia, non manca di incredibile” e conclude: “Potete dimenticare lo sport, lo sport non c’è più”. Questo era il clima che si respirava all’alba del Gran Premio del Giappone e che i piloti stessi somatizzavano in ogni gran premio. Ma cos’è successo e quali ripercussioni hanno avuto queste sentenze nel mondo della Formula Uno? In poche parole la FIA rifiuta l’appello fatto dal R.A.C. britannico e conferma il distacco di tre punti che divide Lauda da Hunt. Autosprint descrive così l’evento: “Parigi – Il Royal Automobil Club di Gran Bretagna non l’ha spuntata. Aveva fatto ricorso contro la validità del Gran Premio d’Italia, prendendo a spunto (polemico) la nota faccenda dell’analisi dei carburanti (che aveva portato ad una penalizzazione di Hunt e Watson) ed anche quella della esposizione della bandiera di preannuncio di fine corsa per la pioggia. Il ricorso doveva essere discusso ed eventualmente essere trasmesso al Tribunale d’Appello della FIA, nella riunione del Bureau della CSI, che è avvenuta il 12 ottobre a Parigi (quindi solo 12 giorni prima del GP del Giappone n.d.a.). – (omissis)..”Cosicché, mentre era in corso la riunione del Bureau, il RAC ha annunciato che ritirava il ricorso, il che ha dato alla CSI l’occasione di dichiarare omologato il risultato del Gran Premio d’Italia”.

 
Ferrari 312 T2, vettura Campione del Mondo Costruttori
 
Passiamo ad analizzare i problemi che hanno accompagnato la Ferrari 312 T2 per tutto il 1976, per capire meglio fin dove l’uomo e fin dove la macchina hanno avuto dei limiti. Da mettere in evidenza che la T2 quell’anno vinse la Coppa Costruttori dopo la gara di Watkins Glen. La T.2 ha il problema di materiale “stanco” specialmente dopo le due gare oltre oceano e in Ferrari lo sanno Il Fuji ha caratteristiche come il circuito svedese di Anderstorp, notoriamente contrario alla Ferrari. Anche Clay Regazzoni, ormai ex-ferrarista afferma che la sua T2 “…dal 26° giro in poi la mia macchina era diventata difficile da guidare per un accentuato sovrasterzo e lo stesso è capitato a Lauda”.
 
 
 
Presentazione a Fiorano nel dicembre 1975 della 312 T2
 
Presentazione a Fiorano nel dicembre 1975 della 312 T2
 
 
Clay non risparmia nemmeno l’assetto della sua vettura e afferma che Lauda “ha sbagliato tutto” in quanto è stata sua la responsabilità degli assetti al Glen.
Cosa era capitato alla T2 dopo il vantaggio iniziale? Come mai adesso la rossa vettura di Maranello soffre di inferiorità rispetto alle monoposto inglesi? “L’Ing. del lunedì” al secolo l’ing. Mauro Coppini, dalle colonne di Autosprint n° 42 (19-26 ottobre1976) cerca di spiegare come mai la T2 adesso soffre di inferiorità e lo fa facendo un’analisi tecnica molto ben descritta. Scrive: “Per tentare di dare un ordine compiuto a questa indagine, occupiamoci separatamente dei due principali protagonisti del <<caso Ferrari>>, Lauda e la T2, trascurando altre presenze marginali”. Adesso i teams inglesi, Tyrrell, McLaren, Lotus e March, sembrano in grado di stare davanti alla T2 e Coppini si chiede se è solo frutto della pausa forzata nello sviluppo dopo il Nuerburgring o c’è qualcosa di più? E come mai i tecnici inglesi sono riusciti a condurre a termine messe a punto delle vetture a stagione ormai iniziata e quelli Ferrari no?

 
 
 
Niki con la 312 T2
 
Niki con la 312 T2
 
Continua Mauro Coppini: “La monoposto italiane è certo la più recente, l’unica – ed i responsabili di Maranello se ne sono sempre fatto un vanto, anche al di là della realtà delle cose – costruita su misura per i regolamenti edizione <<’76>>. La tecnologia Fiat consentiva l’operazione. Per gli altri costruttori l’unica strada aperta era quella dell’adeguamento delle loro monoposto. Un adeguamento condotto per tentativi, nel corso della stagione. Non c’era tempo per modificare preventivamente le macchine, non c’erano abbastanza soldi, soprattutto.”…(omissis) “La vettura italiana poteva permettersi il lusso di prepararsi in anticipo, c’era la Fiat alle spalle, pronta ad accollarsi ogni onere.(omissis)…”Tanti soldi a disposizione, tanti mezzi, l’accesso a tecnologie così sofisticate, hanno convinto i tecnici della possibilità di ricercare soluzioni ideali, rifiutando qualsiasi compromesso. La T2 doveva essere l’”arma totale” definitiva, in grado di stroncare qualsiasi opposizione. L’obiettivo (ed i risultati ottenuti nella prima parte della stagione lo hanno dimostrato)”.
 
 
 
Ferrari 312 T2 versione 1976
Ferrari 312 T2 versione 1976
 
 
Coppini prosegue poi la sua analisi della vettura fino ad arrivare alla seconda componente della vittoria: il pilota. Secondo Coppini il processo di osmosi deve essere totale, altrimenti resta difficile, la dove ci fossero problemi, definire se la colpa è dell’uno o dell’altra. Si chiede anche nel suo articolo perché Lauda è definito “computer” e prosegue: ”Non certo per gli atteggiamenti esteriori, ma proprio per le capacità di non dare <<nulla di suo>> alla macchina. L’Ing. Coppini termina il suo articolo dopo una visione a 360° sulla monoposto: “…(omissis)..”E poi, ancora una volta, c’è l’omaggio alla tradizione a vincolare l’opera dei tecnici. Venerdì scorso (vedi data), Lauda tornato in tutta fretta dagli Stati Uniti, ha provato la 312 a Fiorano. Manca l’aderenza sul treno posteriore, qualcuno guardando il cambio ha ipotizzato un ritorno alle origini. <<Ma come ce la caveremo con le sigle?>> ha osservato un altro. Per una <<T>> si può perdere un campionato”. Non ci furono parole più profetiche.
 
 
 
Fuji International Speedway
 
Fuji International Speedway (foto Autosprint)
 
Fuji– Il pre-gara
 
24 ottobre 1976 - Gran Premio del Giappone - Fujiama
Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Si corre, non si corre, aspettiamo, no, partiamo ugualmente. Alla fine la partenza viene posticipata in attesa che il cielo plachi la sua ira sul Gran Premio del Giappone, ma nulla da fare….piove, piove, piove!
Inizialmente si vuole annullare il Gran Premio che tra le altre cose vede il debutto in Asia di un GP di Formula Uno, ma poi Bernie Ecclestone concorde con la Direzione Gara, propone un rinvio di 2 ore in attesa di miglioramenti climatici. Media e tv aspettano con ansia questa partenza in quanto si assegna il titolo di Campione del Mondo Piloti, edizione 1976. Si pensa anche ad un dimezzamento della gara, ma alla fine il gran premio si svolge integralmente.
E continua a piovere!

 
 
 
Niki Lauda al Fuji
Una bella immagine di James Hunt
   
Niki Lauda al Fuji
Una bella immagine di James Hunt
 
 
Niki guida il mondiale piloti con tre punti di vantaggio su Hunt (68 a 65 punti), mentre la Ferrari si è aggiudicata il Campionato Costruttori proprio con l’ultima gara del Glen.
Questo dimostra con quale grinta, malgrado i quattro gran premi senza punti: Francia (rit), Germania (inc), Austria (n.p) e Olanda (n.p) contraddistingue il pilota “computer” come da più parti viene definito, che fino a quel 24 ottobre aveva vinto in Brasile, Sud Africa, Belgio, Monaco e Gran Bretagna, classificandosi 2° in USA (ovest) e Spagna, 3° USA (Est) il famoso Glen, 4° al Gran Premio d’Italia e 6° nel GP del Canada. L’inglese a sua volta ha nel suo palmarès 6 vittorie (Spagna, Francia, Germania, Olanda, Canada e Usa Est), un 2° posto in Sua Africa, un 4° posto in Austria, un 5° posto in Svezia, totalizzando 5 ritiri e una squalifica (Gran Bretagna).
Viene instituita una commissione formata da piloti di cui fanno parte Lauda, Hunt, Jarier, Fittipaldi e Pace che si dichiara fermamente contraria all'effettuazione della gara, ma alcuni piloti, Hans Stuck, Vittorio Brambilla e i piloti giapponesi (ovviamente), si schierano con un imperativo si al gran premio.
 
 
Fuji– La gara
 
Sono le 13:30 ora di Tokyo, orario stabilita per la partenza, ma la pista viene testata solo da alcune monoposto con dei giri “di assaggio”, per capire la tenuta delle vetture in pista. Tocca a Tom Price con la Shadow, studiare il tracciato e riferire eventuali problemi, test che porta lo stesso Tom Price ad esprimere giudizio negativo per un eventuale via alla gara. Qualcuno parla di rinvio al giorno seguente, altri di annullamento. Si ventila l’ipotesi di fare disputare la gara sulla metà dei giri complessivi se nuovi eventi atmosferici non varieranno in maniera favorevole le condizioni della pista, finché alle 15.09 viene dato il via.
 
 
 
Niki Lauda poco prima del ritiro al Fuji

Niki Lauda poco prima del ritiro al Fuji
 
 
 
James Hunt parte come un fulmine. A ruota ci sono Watson, Andretti, Scheckter, Brambilla e Regazzoni. Niki Lauda è staccato subito con 10 secondi da Hunt. Il primo giro si conclude con un trenino di auto che si seguono come ombre nella visibilità quasi inesistente. Al 2° giro la rossa 312 T2 n°1 di Niki rientra ai box Ferrari lasciando nello stupore generale tutto lo staff, Forghieri in testa. Con calma Lauda scende dalla sua monoposto e “Furia” gli si fa subito incontro. “Che succede, hai problemi, qualcosa non funziona a dovere?” “Mi ritiro, tutto qua, ho paura di correre sotto questo diluvio e in queste condizioni”….Forghieri subito propone a Lauda una dichiarazione per la stampa: “diamo la colpa alla centralina elettronica e tutto si risolve” (la Magneti Marelli al diffondersi dell’idea di Forghieri smentirà seccamente). Lauda ferma subito Forghieri con un “No, dirò che ho avuto paura!”
A favore di Niki Lauda si schiera Daniele Audetto, direttore sportivo della Ferrari (che nel dopo-Fuji verrà sostituito da Roberto Nosetto – leggasi siluramento) che, non sa più che pesci pigliare in previsione di un rapporto a Ferrari, vede un Lauda tranquillo, sicuro che Hunt non avrebbe continuato la gara e di conseguenza lui sarebbe così divenuto campione del mondo. Le cose vanno però in modo diverso. Lauda parte immediatamente con Marlene verso l’aeroporto, apparentemente scaricato psicologicamente dal fatto appena avvenuto e con il pensiero di cosa dirà a Enzo Ferrari.

 
 
 
Immagini dal Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
Immagini dal Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
   
Immagini dal Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
 
 
Il ritiro di Niki costò alla Ferrari una sicura vittoria del Campionato del Mondo Conduttori e venne definito da più parti come "il coraggio di avere paura". La versione consegnata ai media dice che Lauda aveva paura e rientrò ai box dopo 2 giri, con la certezza di un ritiro. Il Nuerburgring era ancora nella sua mente e probabilmente non aveva ancora rimosso quel disturbo post-traumatico che il Ring gli aveva lasciato impresso e non ultima cosa, pioveva a dirotto e la pista non era certamente adatta ad un gran premio di Formula Uno. L'incidente gli aveva provocato danni fisici non indifferenti, con una parte del viso bruciata, il danneggiamento di una palpebra dell'occhio che ne comprometteva la normale visualità.
Lauda ed Hunt si giocarono il tutto per tutto in quella corsa, contando anche sull'aiuto dei "gregari", che per la Ferrari e per Lauda forse non avvenne nel miglior modo, anche perché nel finale di gara Regazzoni non poté ostacolare più di tanto la rimonta di Hunt, avendo problemi di pneumatici.

 
 
 
James Hunt al Fuji

James Hunt al Fuji
(foto Autosprint)
 
 
 
Esiste una versione dei fatti che narra di un accordo prima del via tra i piloti, accordo che prevedeva due o tre giri e poi ritiro dalla gara (venne alla luce molti anni dopo). Ma non tutti lo rispettarono, specialmente le squadre inglesi coalizzate per far vincere Hunt. In questo preciso momento a James basta anche un 4° posto e il campionato del mondo piloti è suo, avendo gli stessi punti di Lauda, ma avrebbe vinto per differenza di vittorie 6 a 5. Tutto questo sempre che la gara non fosse dichiarata conclusa al 37° giro o prima ancora, attribuendo la metà dei punti previsti. Finalmente finisce di piovere e la gara deve continuare fino all’ultimo giro, tagliando fuori di fatto i ritirati “per abbandono”. James Hunt è davanti a Depailler, seguito da Andretti, Jochen Mass, Alan Jones e Gunnar Nilsson.
 
 
 
Immagini dal Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
Immagini dal Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
   
Immagini dal Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
 
 
Gli pneumatici di James Hunt cominciano ad abbandonarlo e deve per forza di cose rallentare il ritmo gara. Andretti passa in testa alla gara. Hunt a pochi giri dal termine fora anche lui e rientra per il cambio gomme, ma non sa ancora di essere campione del mondo in quanto dai box faticano a capire la situazione del momento. A farne le spese della sfuriata di Hunt ovviamente è Teddy Mayer. Riparte Hunt, ora si trova in quinta posizione, deve correre e piazzarsi almeno terzo e così infila prima Alan Jones e poi Clay Regazzoni che non gli oppone troppa resistenza, avendo anche lui problemi di gomme, creando poi una coda di polemiche tra il pilota austriaco e lo svizzero. Ora Hunt è terzo e questo gli basta per essere Campione del Mondo.
La vittoria va a Mario Andretti su Lotus Ford, mentre James Hunt finisce la gara a un giro dal vincitore, divenendo così campione del mondo di F1-1976. Per la cronaca, gli unici piloti che abbandonarono la gara vinta da Andretti in seguito alle avverse condizioni della pista furono: Lauda, Pace, Fittipaldi. e Perkins.

 
 
 
Mario Andretti vincitore del Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
 
Mario Andretti vincitore del Gran Premio del Giappone (foto Autosprint)
 
 
 
Lauda descrive i fatti del ritiro - (I miei anni con Ferrari)
 
Niki Lauda nel suo libro:"I miei anni con Ferrari" - Editoriale Olimpia - 1979, descrive in maniera singolare e univoca quello che avvenne realmente quel giorno.

" Pioggia, pioggia, pioggia. Le prime prove vengono effettuate solo per accertare l'agibilità della pista. Io torno subito al box perché sarebbe una pazzia correre in queste condizioni. Tutti i piloti, fuorché tre, si pronunciano contro la partenza. Si parla, si discute, si litiga, c'è un continuo tiremmolla tra i commissari, i direttori sportivi ed i piloti. Alle seconde prove, pochi partecipano, io no. E' una pura follia voler correre con tanta acqua sulla pista: perdi ogni senso dell'orientamento perché non puoi vedere altro che acqua.; c'è il pericolo dell'acqua-planning. Non sei più in grado di controllare la macchina, nè con la testa, nè con le mani perché ti trovi in situazioni di fronte alle quali sei impotente. Stanno discutendo e agitandosi, vengono confrontati i pro e i contro, viene notato che non si dovrebbe dimenticare la televisione. Ad un punto dicono:" Sono le due passate e alle cinque fa buio, quindi dobbiamo dare inizio alla gara". E' pura follia, si è dibattuto per cinque ore sugli svantaggi ed i vantaggi e ad un tratto, tutte le considerazioni che si sono fatte, non sono più valide perché sono le due e mezzo.
 
 
 
 Hunt rientra per il cambio gomme, ma nessuno gli comunica la posizione nel mondiale (foto Autosprint)
 
Hunt rientra per il cambio gomme, ma nessuno gli comunica la posizione nel mondiale (foto Autosprint)
 
 
"Annunciano che la partenza avrà luogo fra cinque minuti. (omissis) Accanto a me vedo Watson che, girando come una trottola, finisce nel prato adiacente: questo è l'effetto dell'acqua-planning. (omissis) L'unico motivo per cui continuiamo la gara è il pensiero che forse avremo presto una corsia asciutta. Ma alla partenza la pioggia aumenta d'intensità. E' quasi impossibile controllare la macchina Si, si posso vedere i punti critici e tenersi al margine destro, "nuotando" attraverso la corrente d'acqua, tutto questo alla velocità si 150 km/h e a seconda di quant'acqua c'era, uno si può forse ritrovare ancora sulla pista, o nel prato o (nel peggior dei casi) contro i guard-rail. (omissis) Compiuto il secondo giro, torno al box. Forghieri si china su di me e mi chiede cosa c'è. Gli spiego che non voglio correre perché è pazzesco, le condizioni sono troppo pericolose. Propone immediatamente:" Annunciamo che hai un'avaria al motore". Ma io non voglio e gli dico:" Dirò che non voglio correre, non ho bisogno di una scusa".(omissis)
 
"Sto osservando la corsa dal box. Dopo qualche tempo smette di piovere. Ma ormai ne sono fuori. Non posso recriminare perché la mia decisione è stata giusta. (omissis) Dobbiamo lasciare l'autodromo prima del termine della corsa per raggiungere il nostro aereo. Nella macchina ci sono Marlene, Forghieri ed io. Se Hunt si piazza al quinto posto o peggio, rimango campione mondiale. Quando ce ne siamo andati, Hunt era in testa, ma sarebbe stato necessario cambiare le gomme, insomma tutto era ancora possibile. Sentiamo da una stazione radio americana che Hunt è retrocesso. Non seguono altre notizie sul Gran Premio. Dopo un quarto d'ora l'annunciatore comunica i risultati finali e precisamente in questo momento entriamo nella galleria di fronte all'aeroporto e non possiamo sentire nulla. Soltanto all'aeroporto, un incaricato della ditta che si occupa del trasporto delle Ferrari, ci dice che Hunt è campione del mondo. Sono stato sfortunato. In questo momento quasi non m'importa. Non posso mica mettermi a piangere perché ha smesso di piovere quando io m'ero già ritirato".
 
 
 
Niki Lauda e John Watson sotto il diluvio del Fuji
 
Niki Lauda e John Watson sotto il diluvio del Fuji (foto Autosprint)
 
 
“Dall'aeroporto di Tokio Forghieri ed io telefonammo al vecchio. Gli spiegai le mie preoccupazioni e le mie ragioni, gli dissi che sarebbe stata una pazzia continuare la corsa. Fu molto impersonale, ascoltò il mio racconto senza approvare ne disapprovare la mia decisione, ma pure senza darmi il minimo incoraggiamento, la più piccola consolazione. Non mi disse di non preoccuparmi, sarebbe stato bello, se lo avesse fatto.”

Un dialogo riportato da Autosprint (n.43-1976), evidenzia un botta e risposta tra Giancarlo Cevenini e Niki Lauda subito dopo la gara:
Cevenini - ….”Ma non hai sempre detto che Ferrari ti paga per correre?”
Lauda - ….”Si, per correre, ma non per buttarmi dalla finestra. Andrò a Maranello e ne parlerò col commendatore. Credo, spero, che lui capisca….”

 
 
 
Niki Lauda con Marlene Knaus all'aeroporto dopo l'abbandono della gara

Niki Lauda con Marlene Knaus all'aeroporto dopo l'abbandono della gara (foto Autosprint)
 
 
 
GIANO settantasei
 
Modena 26 ottobre 1976, ore 15,00

“GIANO settantasei” così titolava a caratteri cubitali Autosprint n°44 - la conferenza stampa indetta da Enzo Ferrari che conteneva i chiarimenti del ritiro dal gran premio giapponese di Niki Lauda.
Otto pagine piene di domande e risposte a 360° che riportavano il punto di vista di Ferrari su Lauda, su Nuvolari, Surtees, Hunt, CSAI, CSI, Monza, Alfa Romeo, motori e piloti. Insomma un fuoco di fila interminabile, tanto da definire la conferenza stampa la “tre ore di Modena” con chiaro riferimento alle gare di durata in auge in quegli anni.
Il fuoco di fila da parte dei giornalisti presenti, incomincia alle 15,01 con una domanda mirata al ritiro del Mont Fuji. Ferrari risponde con una certa preoccupazione per quanto la stampa in quei giorni ha scritto, quindi prepara una copia della dichiarazione, che poi è il fulcro di tutta la conferenza stampa, che tramandiamo e riportiamo integralmente nei punti che interessano il “caso Lauda”.


 
Ferrari - “Lauda ha fatto bene a non correre se ha avuto timore delle condizioni ambientali, pensando a quello che ha provato il 1° agosto e alla sua attuale condizione. Il futuro dipende unicamente da quanto lui deciderà. Anch’io mi sono trovato nella necessità di interrogarmi come pilota quando nacque mio figlio Dino e decisi di non correre più. Quando gli avrò parlato, saprò dirvi se per Lauda esistono intime motivazioni che non si conciliano con il volontariato del rischio”. Aggiungo a completamento che Lauda mi ha telefonato non prima della disputa del Gran Premio, ma due ore dopo la disputa del Gran Premio e io gli ho detto: “ Hai fatto bene, se non ti sentivi di affrontare la prova in quelle condizioni, a non partire”. Questo è quello che debbo dire sul caso Lauda e lo riterrei esaurito per il momento almeno, fino a quando non avrò incontrato il pilota, e non saprò esattamente cosa c’è dentro di lui. Sempre che io riesca a comprenderlo”.(omissis)
 
 
 
Autosprint n° 44 del 2-9 novembre 1976
 
Autosprint n° 44 del 2-9 novembre 1976 dove è contenuto
il resoconto della conferenza stamda di Enzo Ferrari
 
C’è poi un passaggio molto interessante che riportiamo integralmente, una risposta che la dice lunga sul modo di pensare di Enzo Ferrari, almeno per quanto riguarda le situazioni di conferenza stampa:

Il giornalista di turno si rivolge a Ferrari chiamandolo Commendatore. La risposta di Ferrari fu molto singolare:
D - “Scusi Commendatore”
F – “…guardi: Non sono commendatore. E poi preferisco chiamarmi Ferrari, perché quando entro dal barbiere e mi dicono commendatore, ce ne sono tanti. Se mi dicono Ferrari sa…è un altro discorso. Ha capito? Quindi lei mi dica Ferrari, se poi vuol dire Enzo, allora chiudo gli occhi e penso che lei sia una graziosa fanciulla e mi fa più piacere”.
D – “Senta Ferrari, dunque lei mi ha fatto andare un po’ fuori….dunque nella sua lunga carriera di costruttore prima anche di manager, di fronte…..” Ferrari lo interrompe.
F – “Pilota prima”.
D – Di pilota, scusi….
FE’ la parte più importante”

D – Lei ha mai avuto un pilota che dopo due giri ha detto: basta me ne vado a casa?”
F“Si”
D – “Mi dica il nome per favore”
F“Enzo Ferrari”
D – Allora può capire bene. Io non ci credo, scusi, se mi permetto di dirglielo”


 
 
 
Niki Lauda, due volte Campione del Mondo con la Ferrari
 
Niki Lauda, due volte Campione del Mondo con la Ferrari
 
 
A questo punto della conferenza, Ferrari ammette i fatti del 1924 che lo videro protagonista a Lione.

F“Lei non ci crede perché è un giovanotto. Se avesse l’età mia ci dovrebbe credere, perché io ho vissuto questo. Io dovevo andare al Gran Premio di Lione in Francia e c’era una quarta macchina che dovevo pilotare. In quel momento sono stato colpito da un forte esaurimento nervoso e io ho avuto il coraggio di dire….Sono andato a far le prove, sono venuto a casa, dovevo ritornare – Ho avuto il coraggio di telegrafare e di dire “ Non me la sento” e non sono andato”.(omissis)

Per quanto riguarda il rientro a Monza e l’assunzione di Carlos Reutemann, Ferrari continua così:

D
– "Scusi, non ha ancora confermato se Reutemann ha firmato il contratto per il ’77".
F"No, non ha ancora firmato, ma noi lo aspettiamo perché confidiamo senz’altro che lo firmerà. Questo è intuitivo. Ma non l’abbiamo ancora firmato".
D – "Carlos Reutemann. Qual è l’impressione che la Ferrari ha ricevuto dalle prove di Reutemann dopo Monza, a Fiorano?"
F – "Reutemann lo conoscevamo da tempo, perché ha disputato un Campionato del Mondo con le nostre vetture sport. Nelle prove che ha fatto a Fiorano, mi ha confermato la buona opinione che di lui avevamo. Ora lo aspettiamo per la firma del contratto (omissis).
D – "Reutemann infatti è molto soddisfatto,. L’unica cosa è che come prima ha detto Niki Lauda, rimane il <<numero uno>> cui voi avete dedicato tutta l’attenzione per questo Campionato del Mondo".
F – "Non ci sono mai stati e non ci saranno mai <<numeri uno>>. Il Numero Uno era diventato Lauda quando aveva guadagnato tanti punti che era assurdo ingaggiare una battaglia in famiglia per portare a termine un Campionato del Mondo, non pregiudicarlo. Qundi, Lauda, il Numero Uno, è quello che vince. Non c’è il N.1 perché è scritto nel contratto che sei il numero uno. Io sono stato sempre nemico a queste designazioni preventive. Il numero uno è quello che vince”.

E all’indomani del ritiro al Fuji, le parole di Ferrari suonano come un monito e chi ha orecchie per intendere…intenda!

 
 
 
I numeri di Autosprint 1976 che descrivono il "caso Lauda"
I numeri di Autosprint 1976 che descrivono il "caso Lauda"
 
 
Questi sono i punti focali della conferenza stampa tenutasi a Maranello. La stessa poi si snoda su punti caldi passati, presenti e futuri della Ferrari: “il licenziamento di Surtees”, i “soldi di Lauda”, “Lauda e le donne”, “l’incidente del Neurburgring”, “le gomme”, “James Hunt”, la “CSAI”, la “benzina di Monza”, “tre macchine nel ’77?”, “Regazzoni”, “Audetto” e tanto altro ancora, puntualizzazioni care ai giornalisti dell’epoca.

Ferrari saluta i giornalisti intervenuti con un prologo che vale la pena di ricordare:
Ed ora spero di rivedervi presto. In altra occasione. Sono 56 anni che voi scrivete di me e delle mie malefatte. Io mi sono divertito a scrivere di voi. Quindi io spero di potervi invitare fra non molti giorni per presentarvi il mio libro e consegnarvelo personalmente" (omissis).

 
Alla fine sembra che Ferrari capisca la decisione di Lauda e davanti al mondo la difende, bacchettando tutti coloro che hanno scritto contro Niki e contro Ferrari stesso. - Il suo libro “il Flobert” è già pronto.
 
 
 
 


Lauda si è ritirato al 2° giro del Gran Premio del Giappone e si appresta a partire per l'aeroporto
 
 
 
 




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Gran Premio del Giappone – Ordine di arrivo
Circuito del Fuji: 4.359 mt. - Giri: 73 pari a 318,207 km.
Posiz.
Car No.
Pilota
Costruttore/Motore
Giri
Motivo ritiro
1
5
Mario Andretti
Lotus-Ford Cosworth
73
2
4
Patrick Depailler
Tyrrell-Ford Cosworth
72+1
3
11
James Hunt
Mc-Laren Ford Cosworth
72+1
4
19
Alan jones
Surtees-Ford Cosworth
72+1
5
2
Clay Regazzoni
Ferrari S.E.F.A.C.
72+1
6
6
Gunnar Nilsson
Lotus-Ford Cosworth
72+1
7
26
Jacques Lafitte
Ligier-Matra
72+1
8
24
Herald Ertl
Hesketh-Ford Cosworth
72+1
9
18
Noritake Takahara
Surtees-Ford Cosworth
70+3
10
17
Jean-Pierre Jarrier
Shadow-Ford Cosworth
69+4
11
51
Masahiro Hasemi
Kojima-Ford Cosworth
66+7
-
3
Jody scheckter
Tyrrell-Ford Cosworth
59°
Motore
-
21
Hans Binder
Wolf Williams-Ford Cosworth
50°
Incendio
-
16
Tom Price
Shadow-Ford Cosworth
47°
Uscita di pista
-
9
Vittorio Brambilla
March-Ford Cosworth
39°
Impianto elettrico
-
34
Hans-Joachin Stuck
March-Ford Cosworth
38°
Impianto elettrico
-
12
Jocken Mass
Mc-Laren Ford Cosworth
36°
Uscita di pista
-
28
John Watson
Penske-Ford Cosworth
34°
Motore
-
52
Kazuyoshi Hoshino
Tyrrell-Ford Cosworth
28°
Pneumatici
-
20
Arturo Marzario
Wolf Williams-Ford Cosworth
24°
Cambio
-
30
Emerson Fittipaldi
Copersucar-Ford Cosworth
Ritiro volontario
-
8
Carlos Pace
Brabham-Alfa Romeo
Ritiro volontario
-
1
Niki Lauda
Ferrari S.E.F.A.C.
Ritiro volontario
-
7
Larry Perkins
Brabham-Alfa Romeo
Sospensioni
-
10
Ronnie Peterson
March-Ford Cosworth
Motore
 
 
 
 
Campionato del Mondo Conduttori 1976
Posizione
Pilota
Punti
1
James Hunt
69
2
Niki Lauda
68
3
Jody Scheckter
49
4
Patrick Depailler
39
5
Clay Regazzoni
31
6
Mario Andretti
22
7
John Watson
20
8
Jacques Lafitte
20
9
Jocken Mass
19
10
Gunnar Nilsson
11
11
Ronnie Peterson
10
13
Tom Price
10
14
Hans-Joachim Stuck
8
15
Carlos Pace
7
16
Alan Jones
7
17
Carlos Reutemann
3
18
Emerson Fittipaldi
3
19
Chris Amon
2
20
Vittorio Brambilla
1
21
Rolf Stommelen
1
 
 
 
 
 
Campionato del Mondo Costruttori 1976
Posizione
Costruttore
Punti
1
Ferrari S.E.F.A.C.
83
2
Mc-Laren – Ford Cosworth
74
3
Tyrrell - Ford Cosworth
71
4
Lotus - Ford Cosworth
29
5
Penske - Ford Cosworth
20
6
Ligier - Matra
20
7
March - Ford Cosworth
19
8
Shadow - Ford Cosworth
10
9
Brabham – Alfa Romeo
9
10
Surtees – Ford Cosworth
7
11
Copersucar - Ford Cosworth
3
12
Ensign - Ford Cosworth
2
13
Parnelli - Ford Cosworth
1
 
 
 
DIORAMA SCALA 1:20
 
 
 
 
 
 
NOTA: il diorama rappresenta la 312 T2 senza la parte superiore della vettura, per mettere a nudo il 12 cilindri Ferrari, portando avanti di qualche fotogramma l'immagine reale del ritiro di Niki, esposta all'inizio pagina. Il modellismo è anche questo! MfB
 
 
MODELLO: Ferrari 312 T2 - Hasegawa - scala 1:20
Motosports team set Tamiya (1970-1985) - scala 1:20



Bibliografia




Le pagine rappresentano uno studio condotto dall'autore sulla figura di Niki Lauda e sui fatti del Gran Premio del Giappone 1976 e potranno, a seguito di nuovi accertamenti, subire modifiche atte ad inquadrare al meglio la verità storica dell'evento.







Pagina pubblicata il 8.6.2013

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