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              | Introduzione |   
              |  |   
              | A 
                  volte per chi si occupa di modellismo e diorami, ricostruire 
                  una determinata scena storica, porta a ricerche iconografiche 
                  che nemmeno si può immaginare quando si progetta la scena 
                  da ricostruire in scala. E’ successo anche per questo 
                  piccolo, forse insignificante diorama in scala 1/20 che riproduce 
                  di per se, forse una scena come tante in Formula Uno: una macchina, 
                  un pilota che sta scendendo da essa, gli uomini del team che 
                  gli si stringono attorno per capire cosa è successo. 
                  Insignificante dicevo, se quella vettura non fosse una Ferrari, 
                  se quel pilota non si chiamasse Niki Lauda, se quel Gran Premio 
                  non fosse quello corso al Mont Fuji il 24 ottobre 1976, che 
                  vide un sicuro Campionato Mondiale Conduttori ad appannaggio 
                  di Lauda, consegnato per un solo punto al rivale James Hunt 
                   |   
              |  |   
              | Descrivere 
                  i fatti che portarono Niki Lauda al ritiro del Fuji non è 
                  cosa semplice, in quanto tutta la vicenda è costellata 
                  da aneddoti, fatti e problematiche, a volte partite da molto 
                  lontano e non dalla pista stessa. In questa pagina si è 
                  cercato di raccogliere i fatti così come sono stati descritti 
                  da Autosprint, dallo stesso Lauda, da Enzo Ferrari e dai piloti 
                  che hanno vissuto la gara di quel 24 ottobre1976, suddividendoli 
                  per sezioni o argomenti che partono dalla vittoria di James 
                  Hunt al Glen, passando poi dalle controversie di regolamento 
                  nella stagione ’76 tra RAC, CSI e CSAI, continuando con 
                  una visione tecnica della T2, per approdare in fine alla gara 
                  vera e propria e al ritiro dell’alfiere della Ferrari 
                  in quel diluvio domenicale. Il tutto per cercare di capire dopo 
                  anni di distanza, cosa portò Lauda a quella decisione 
                  di ritirarsi e consegnare su di un piatto d’argento il 
                  titolo piloti a James Hunt.  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  Niki 
                  Lauda e James Hunt, "una poltrona per due" 
                  al 
                  Fuji 
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              |  |   
              |  |   
              |  |   
              | Ovviamente 
                  la ricerca è stata condotta in precedenza da molti altri 
                  storici dell’automobilismo, ma cercherò di portare 
                  anch’io la mia versione. L’ausilio fondamentale 
                  di Autosprint, annata 1976, del libro di Niki Lauda “I 
                  miei anni con Ferrari” e con vari articoli tratti da internet, 
                  più o meno rispondenti a verità storica, hanno 
                  permesso questa ricostruzione dei fatti accaduti. Il diorama 
                  in scala 1/20, evidenzia la “scena finale”, forse 
                  il dramma di un pilota che ha fagogitato per un anno problemi, 
                  pressioni, un incidente catastrofico, un ritorno in pista all’ombra 
                  di un altro pilota, assunto per sostituirlo in quanto la sua 
                  ripresa nei gran premi, se mai ci fosse stata, sarebbe avvenuta 
                  non prima delle ultime gare. E invece no, Niki Lauda era schierato 
                  al Gran Premio d’Italia a Monza e questa la dice lunga 
                  sull’uomo e sul pilota, criticato da molti per “avere 
                  avuto paura”. |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  Il 
                  tragico incidente del Neurburgring del 1° agosto 1976 |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              | Da 
                  Watkins Glen al Mont Fuji– Il perché di un presagio |   
              |  |   
              | Dopo 
                  la gara americana di Watkins Glen che ha visto vincitore James 
                  Hunt e al terzo posto Niki Lauda a 1’03”806, la 
                  situazione in previsione del Gran Premio del Giappone al Fuji 
                  si fa sempre più pesante per la Ferrari. Ora sotto accusa 
                  è la vettura progettata da Forghieri che non convince 
                  più gli addetti ai lavori e i tanti tifosi del Cavallino 
                  rampante. Mancano due sole settimane al GP giapponese e Autosprint 
                  Franco Lini in “domenica sprint”, 
                  arriva a porsi una domanda cruciale: “riuscirà 
                  Niki Lauda a contenere l’assalto di Hunt?” 
                  Continua Lini:” Se dovessimo soltanto basarci su quanto 
                  le ultime gare ci hanno mostrato, su quello che la valutazione 
                  e la osservazione dei contendenti nelle loro prestazioni più 
                  recenti ci hanno mostrato, dovremmo giungere alla conclusione 
                  che Lauda non riuscirà a ribattere l’assalto dell’inglese 
                  ed è una conclusione malinconica”.  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  Niki 
                  Lauda impegnato a Watkins Glen nel Pgran Premio USA Est, vinto 
                  da Hunt (foto Autosprint) 
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              | Aggiunge 
                  Franco Lini:” Ancora si è visto che qui al 
                  Glen, Lauda è probabilmente tornato ad essere se stesso, 
                  poiché abbiamo avuto l’impressione che si sia impegnato 
                  al massimo delle sue qualità. Però non è 
                  bastato, ed anche nella fase iniziale della gara, quando ha 
                  tentato di riaccodarsi ai primi due, non è stato irresistibile 
                  come quando aveva la macchina decisamente superiore” 
                  (omissis). Lini descrive poi una T2 poco guidabile, dichiarandola 
                  “ceduta” già dal Canada. Ma cosa 
                  è realmente successo alla T2? Continua Lini:< ” 
                  A questo proposito occorre ricordare come siano state le 
                  cattive regolazioni (almeno un intempestivo tentativo di modificare 
                  gli ammortizzatori) a privare Clay Regazzoni dell’unica 
                  possibilità di diventare campione del mondo, proprio 
                  su questa pista. La cosa fece a suo tempo parecchio rumore, 
                  con anche una presa di posizione della fabbrica degli ammortizzatori, 
                  chiamata in causa senza colpa”. Lini sembra predire il 
                  futuro e aggiunge:” Se invece il Canada e adesso Watkins 
                  Glen saranno stati lo specchio di una situazione tecnica più 
                  profonda, James Hunt riuscirà a conquistare il titolo 
                  che comunque ha dimostrato di meritare, al di la delle polemiche, 
                  dei cavilli, dei reclami e contro reclami”.(omissis) |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  Niki 
                  Lauda precede Jocken Mass al Glen (foto Autosprint) |   
              | FIA, 
                  RACI, CSI e CSAI – Il "caos" in pista e fuori 
                  pista |   
              |  |   
              | Apriamo 
                  adesso una piccola parentesi sulle guerre intestine che stanno 
                  divorando la Formula Uno, guerre che hanno caratterizzato tutto 
                  l’anno 1976.Da Londra David Hodges (scrittore e giornalista 
                  sportivo) scrive nelle pagine di Autosprint n°41 del 12-19 
                  ottobre 1976, e cerca di spiegare cosa é successo nei 
                  precedenti gran premi di avvicinamento al Fuji, diciamo “dalla 
                  parte inglese” della barricata. Hodges inizia il suo articolo 
                  affermando che stampa e TV italiana, passino informazioni alla 
                  gente comune e ai tifosi Ferrari, solo in misura di quanto gli 
                  stessi vogliano sentirsi dire.
 
 |   
              |  |   
              | Scrive 
                  Hodges:..(omissis)..."Quindi ecco per quanto noi in 
                  Inghilterra possiamo valutare la situazione, l’assurda 
                  fantasia romanzesca sul carburante ad alcool, l’eliminazione 
                  del GP d’Austria e così via” 
                  e continua “Il campionato del mondo di quest’anno 
                  sarà sempre un po’ falso; non sarà accompagnato 
                  da onore o gloria, se non sarà vinto come ancora promette 
                  Hunt pulitamente in circuito”. Insomma, parole non 
                  proprio tenere verso la gestione di questo campionato. Gli inglesi 
                  sono convinti che dopo la decisione del 24 settembre sul GP 
                  di Spagna e d’Inghilterra, fosse finita questa oscura 
                  fase della stagione 1976. “Ovviamente non sarà 
                  così, aggiunge Hodges,"…se sarà 
                  dato seguito al telex del 23 settembre del RAC alla CSI per 
                  quanto riguarda il GP d’Italia” |   
              |  |   
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              | Niki 
                  Lauda |   
              |  |   
              | Tutta 
                  la cronaca di David Hodges descrive ricorsi e contro ricorsi 
                  per i gran premi di Spagna, Inghilterra, Austria e Italia con 
                  dovizia di particolari su benzine all’alcool, raggiri 
                  del regolamento sportivo commessi da McLaren e Ferrari, arrivando 
                  a scomodare organismi come appunto il RAC britannico, la CSAI 
                  e il CSI, fino al punto di concludere la sua requisitoria più 
                  che un articolo, “Il modo in cui gli italiani hanno 
                  oppresso i teams McLaren e Penske la mattina del GP d’Italia, 
                  non manca di incredibile” e conclude: “Potete 
                  dimenticare lo sport, lo sport non c’è più”. 
                  Questo era il clima che si respirava all’alba del Gran 
                  Premio del Giappone e che i piloti stessi somatizzavano in ogni 
                  gran premio. Ma cos’è successo e quali ripercussioni 
                  hanno avuto queste sentenze nel mondo della Formula Uno? In 
                  poche parole la FIA rifiuta l’appello fatto dal R.A.C. 
                  britannico e conferma il distacco di tre punti che divide Lauda 
                  da Hunt. Autosprint descrive così l’evento: “Parigi 
                  – Il Royal Automobil Club di Gran Bretagna non l’ha 
                  spuntata. Aveva fatto ricorso contro la validità del 
                  Gran Premio d’Italia, prendendo a spunto (polemico) la 
                  nota faccenda dell’analisi dei carburanti (che aveva portato 
                  ad una penalizzazione di Hunt e Watson) ed anche quella della 
                  esposizione della bandiera di preannuncio di fine corsa per 
                  la pioggia. Il ricorso doveva essere discusso ed eventualmente 
                  essere trasmesso al Tribunale d’Appello della FIA, nella 
                  riunione del Bureau della CSI, che è avvenuta il 12 ottobre 
                  a Parigi (quindi solo 12 giorni prima del GP del Giappone n.d.a.). 
                  – (omissis)..”Cosicché, mentre era in 
                  corso la riunione del Bureau, il RAC ha annunciato che ritirava 
                  il ricorso, il che ha dato alla CSI l’occasione di dichiarare 
                  omologato il risultato del Gran Premio d’Italia”. 
                    |   
              | 
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              |  |   
              | Ferrari 
                  312 T2, vettura Campione del Mondo Costruttori  |   
              |  |   
              | Passiamo 
                  ad analizzare i problemi che hanno accompagnato la Ferrari 312 
                  T2 per tutto il 1976, per capire meglio fin dove l’uomo 
                  e fin dove la macchina hanno avuto dei limiti. Da mettere in 
                  evidenza che la T2 quell’anno vinse la Coppa Costruttori 
                  dopo la gara di Watkins Glen. La 
                  T.2 ha il problema di materiale “stanco” specialmente 
                  dopo le due gare oltre oceano e in Ferrari lo sanno Il Fuji 
                  ha caratteristiche come il circuito svedese di Anderstorp, notoriamente 
                  contrario alla Ferrari. Anche Clay Regazzoni, 
                  ormai ex-ferrarista afferma che la sua T2 “…dal 
                  26° giro in poi la mia macchina era diventata difficile 
                  da guidare per un accentuato sovrasterzo e lo stesso è 
                  capitato a Lauda”.
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              |  |   
              |  |   
              | Presentazione 
                  a Fiorano nel dicembre 1975 della 312 T2 |   
              |  |   
              |  |   
              | Clay 
                  non risparmia nemmeno l’assetto della sua vettura e afferma 
                  che Lauda “ha sbagliato tutto” in quanto è 
                  stata sua la responsabilità degli assetti al Glen.Cosa era capitato alla T2 dopo il vantaggio iniziale? Come mai 
                  adesso la rossa vettura di Maranello soffre di inferiorità 
                  rispetto alle monoposto inglesi? “L’Ing. 
                  del lunedì” al secolo l’ing. Mauro 
                  Coppini, dalle colonne di Autosprint n° 42 (19-26 
                  ottobre1976) cerca di spiegare come mai la T2 adesso soffre 
                  di inferiorità e lo fa facendo un’analisi tecnica 
                  molto ben descritta. Scrive: “Per tentare di dare 
                  un ordine compiuto a questa indagine, occupiamoci separatamente 
                  dei due principali protagonisti del <<caso Ferrari>>, 
                  Lauda e la T2, trascurando altre presenze marginali”. 
                  Adesso i teams inglesi, Tyrrell, McLaren, Lotus e March, sembrano 
                  in grado di stare davanti alla T2 e Coppini si chiede se è 
                  solo frutto della pausa forzata nello sviluppo dopo il Nuerburgring 
                  o c’è qualcosa di più? E come mai i tecnici 
                  inglesi sono riusciti a condurre a termine messe a punto delle 
                  vetture a stagione ormai iniziata e quelli Ferrari no?
 
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              |  |   
              | Niki 
                  con la 312 T2 |   
              |  |   
              | Continua 
                  Mauro Coppini: “La monoposto italiane è certo 
                  la più recente, l’unica – ed i responsabili 
                  di Maranello se ne sono sempre fatto un vanto, anche al di là 
                  della realtà delle cose – costruita su misura per 
                  i regolamenti edizione <<’76>>. La tecnologia 
                  Fiat consentiva l’operazione. Per gli altri costruttori 
                  l’unica strada aperta era quella dell’adeguamento 
                  delle loro monoposto. Un adeguamento condotto per tentativi, 
                  nel corso della stagione. Non c’era tempo per modificare 
                  preventivamente le macchine, non c’erano abbastanza soldi, 
                  soprattutto.”…(omissis) “La vettura 
                  italiana poteva permettersi il lusso di prepararsi in anticipo, 
                  c’era la Fiat alle spalle, pronta ad accollarsi ogni onere.(omissis)…”Tanti 
                  soldi a disposizione, tanti mezzi, l’accesso a tecnologie 
                  così sofisticate, hanno convinto i tecnici della possibilità 
                  di ricercare soluzioni ideali, rifiutando qualsiasi compromesso. 
                  La T2 doveva essere l’”arma totale” definitiva, 
                  in grado di stroncare qualsiasi opposizione. L’obiettivo 
                  (ed i risultati ottenuti nella prima parte della stagione lo 
                  hanno dimostrato)”.   |   
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              | Ferrari 
                  312 T2 versione 1976 |   
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              | Coppini 
                  prosegue poi la sua analisi della vettura fino ad arrivare alla 
                  seconda componente della vittoria: il pilota. Secondo Coppini 
                  il processo di osmosi deve essere totale, altrimenti resta difficile, 
                  la dove ci fossero problemi, definire se la colpa è dell’uno 
                  o dell’altra. Si chiede anche nel suo articolo perché 
                  Lauda è definito “computer” e prosegue: ”Non 
                  certo per gli atteggiamenti esteriori, ma proprio per le capacità 
                  di non dare <<nulla di suo>> alla macchina. L’Ing. 
                  Coppini termina il suo articolo dopo una visione a 360° 
                  sulla monoposto: “…(omissis)..”E 
                  poi, ancora una volta, c’è l’omaggio alla 
                  tradizione a vincolare l’opera dei tecnici. Venerdì 
                  scorso (vedi data), Lauda tornato 
                  in tutta fretta dagli Stati Uniti, ha provato la 312 a Fiorano. 
                  Manca l’aderenza sul treno posteriore, qualcuno guardando 
                  il cambio ha ipotizzato un ritorno alle origini. <<Ma 
                  come ce la caveremo con le sigle?>> ha osservato un altro. 
                  Per una <<T>> si può perdere un campionato”. 
                  Non ci furono parole più profetiche. |   
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              | Fuji 
                  International Speedway (foto Autosprint)  |   
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              | 24 
                  ottobre 1976 - Gran Premio del Giappone - FujiamaPioggia, pioggia e ancora pioggia. Si corre, non si corre, aspettiamo, 
                  no, partiamo ugualmente. Alla fine la partenza viene posticipata 
                  in attesa che il cielo plachi la sua ira sul Gran Premio del 
                  Giappone, ma nulla da fare….piove, piove, piove!
 Inizialmente si vuole annullare il Gran Premio che tra le altre 
                  cose vede il debutto in Asia di un GP di Formula Uno, ma poi 
                  Bernie Ecclestone concorde con la Direzione Gara, propone un 
                  rinvio di 2 ore in attesa di miglioramenti climatici. Media 
                  e tv aspettano con ansia questa partenza in quanto si assegna 
                  il titolo di Campione del Mondo Piloti, edizione 1976. Si pensa 
                  anche ad un dimezzamento della gara, ma alla fine il gran premio 
                  si svolge integralmente.
 E continua a piovere!
 
 
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              | Niki 
                  Lauda al Fuji | Una 
                  bella immagine di James Hunt  |   
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              |  |   
              | Niki 
                  guida il mondiale piloti con tre punti di vantaggio su Hunt 
                  (68 a 65 punti), mentre la Ferrari si è aggiudicata il 
                  Campionato Costruttori proprio con l’ultima gara del Glen.Questo dimostra con quale grinta, malgrado i quattro gran premi 
                  senza punti: Francia (rit), Germania (inc), Austria (n.p) e 
                  Olanda (n.p) contraddistingue il pilota “computer” 
                  come da più parti viene definito, che fino a quel 24 
                  ottobre aveva vinto in Brasile, Sud Africa, Belgio, Monaco e 
                  Gran Bretagna, classificandosi 2° in USA (ovest) e Spagna, 
                  3° USA (Est) il famoso Glen, 4° al Gran Premio d’Italia 
                  e 6° nel GP del Canada. L’inglese a sua volta ha nel 
                  suo palmarès 6 vittorie (Spagna, Francia, Germania, Olanda, 
                  Canada e Usa Est), un 2° posto in Sua Africa, un 4° 
                  posto in Austria, un 5° posto in Svezia, totalizzando 5 
                  ritiri e una squalifica (Gran Bretagna). Viene 
                  instituita una commissione formata da piloti di cui fanno parte 
                  Lauda, Hunt, Jarier, Fittipaldi e Pace che si dichiara fermamente 
                  contraria all'effettuazione della gara, ma alcuni piloti, Hans 
                  Stuck, Vittorio Brambilla e i piloti giapponesi (ovviamente), 
                  si schierano con un imperativo si al gran premio.
 
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              | Sono 
                  le 13:30 ora di Tokyo, orario stabilita per la partenza, ma 
                  la pista viene testata solo da alcune monoposto con dei giri 
                  “di assaggio”, per capire la tenuta delle vetture 
                  in pista. Tocca a Tom Price con la Shadow, studiare il tracciato 
                  e riferire eventuali problemi, test che porta lo stesso Tom 
                  Price ad esprimere giudizio negativo per un eventuale via alla 
                  gara. Qualcuno parla di rinvio al giorno seguente, altri di 
                  annullamento. Si ventila l’ipotesi di fare disputare la 
                  gara sulla metà dei giri complessivi se nuovi eventi 
                  atmosferici non varieranno in maniera favorevole le condizioni 
                  della pista, finché alle 15.09 
                   viene dato il via.  |   
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              |  Niki 
                  Lauda poco prima del ritiro al Fuji |   
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              | James 
                  Hunt parte come un fulmine. A ruota ci sono Watson, Andretti, 
                  Scheckter, Brambilla e Regazzoni. Niki Lauda è staccato 
                  subito con 10 secondi da Hunt. Il primo giro si conclude con 
                  un trenino di auto che si seguono come ombre nella visibilità 
                  quasi inesistente. Al 2° giro la rossa 312 T2 n°1 di 
                  Niki rientra ai box Ferrari lasciando nello stupore generale 
                  tutto lo staff, Forghieri in testa. Con calma Lauda scende dalla 
                  sua monoposto e “Furia” gli si fa subito incontro. 
                  “Che succede, hai problemi, qualcosa non funziona 
                  a dovere?” “Mi ritiro, 
                  tutto qua, ho paura di correre sotto questo diluvio e in queste 
                  condizioni”….Forghieri subito propone 
                  a Lauda una dichiarazione per la stampa: “diamo la 
                  colpa alla centralina elettronica e tutto si risolve” 
                  (la Magneti Marelli al diffondersi dell’idea di Forghieri 
                  smentirà seccamente). Lauda ferma subito Forghieri con 
                  un “No, dirò che ho avuto paura!”A favore di Niki Lauda si schiera Daniele Audetto, direttore 
                  sportivo della Ferrari (che nel dopo-Fuji verrà sostituito 
                  da Roberto Nosetto – leggasi siluramento) che, non sa 
                  più che pesci pigliare in previsione di un rapporto a 
                  Ferrari, vede un Lauda tranquillo, sicuro che Hunt non avrebbe 
                  continuato la gara e di conseguenza lui sarebbe così 
                  divenuto campione del mondo. Le cose vanno però in modo 
                  diverso. Lauda parte immediatamente con Marlene verso l’aeroporto, 
                  apparentemente scaricato psicologicamente dal fatto appena avvenuto 
                  e con il pensiero di cosa dirà a Enzo Ferrari.
 
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              | Immagini 
                  dal Gran Premio del 
                  Giappone (foto Autosprint) |   
              |  |   
              |  |   
              | Il 
                  ritiro di Niki costò alla Ferrari una sicura vittoria 
                  del Campionato del Mondo Conduttori e venne definito da più 
                  parti come "il coraggio di avere paura". La versione 
                  consegnata ai media dice che Lauda aveva paura e rientrò 
                  ai box dopo 2 giri, con la certezza di un ritiro. Il Nuerburgring 
                  era ancora nella sua mente e probabilmente non aveva ancora 
                  rimosso quel disturbo post-traumatico che il Ring gli aveva 
                  lasciato impresso e non ultima cosa, pioveva a dirotto e la 
                  pista non era certamente adatta ad un gran premio di Formula 
                  Uno. L'incidente gli aveva provocato danni fisici non indifferenti, 
                  con una parte del viso bruciata, il danneggiamento di una palpebra 
                  dell'occhio che ne comprometteva la normale visualità. 
                  Lauda ed Hunt si giocarono il tutto per tutto in quella corsa, 
                  contando anche sull'aiuto dei "gregari", che per la 
                  Ferrari e per Lauda forse non avvenne nel miglior modo, anche 
                  perché nel finale di gara Regazzoni non poté ostacolare 
                  più di tanto la rimonta di Hunt, avendo problemi di pneumatici.
 
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              |  |   
              |  |   
              |   James Hunt al Fuji (foto 
                  Autosprint)
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              |  |   
              | Esiste 
                  una versione dei fatti che narra di un accordo prima del via 
                  tra i piloti, accordo che prevedeva due o tre giri e poi ritiro 
                  dalla gara (venne alla luce molti anni dopo). Ma non tutti lo 
                  rispettarono, specialmente le squadre inglesi coalizzate per 
                  far vincere Hunt. In questo preciso momento a James basta anche 
                  un 4° posto e il campionato del mondo piloti è suo, 
                  avendo gli stessi punti di Lauda, ma avrebbe vinto per differenza 
                  di vittorie 6 a 5. Tutto questo sempre che la gara non fosse 
                  dichiarata conclusa al 37° giro o prima ancora, attribuendo 
                  la metà dei punti previsti. Finalmente finisce di piovere 
                  e la gara deve continuare fino all’ultimo giro, tagliando 
                  fuori di fatto i ritirati “per abbandono”. James 
                  Hunt è davanti a Depailler, seguito da Andretti, Jochen 
                  Mass, Alan Jones e Gunnar Nilsson.  |   
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              | Immagini 
                  dal Gran Premio del Giappone (foto 
                  Autosprint) |   
              |  |   
              |  |   
              | Gli 
                  pneumatici di James Hunt cominciano ad abbandonarlo e deve per 
                  forza di cose rallentare il ritmo gara. Andretti passa in testa 
                  alla gara. Hunt a pochi giri dal termine fora anche lui e rientra 
                  per il cambio gomme, ma non sa ancora di essere campione del 
                  mondo in quanto dai box faticano a capire la situazione del 
                  momento. A farne le spese della sfuriata di Hunt ovviamente 
                  è Teddy Mayer. Riparte Hunt, ora si trova in quinta posizione, 
                  deve correre e piazzarsi almeno terzo e così infila prima 
                  Alan Jones e poi Clay Regazzoni che non gli oppone troppa resistenza, 
                  avendo anche lui problemi di gomme, creando poi una coda di 
                  polemiche tra il pilota austriaco e lo svizzero. Ora Hunt è 
                  terzo e questo gli basta per essere Campione del Mondo. La vittoria va a Mario Andretti su Lotus Ford, mentre James 
                  Hunt finisce la gara a un giro dal vincitore, divenendo così 
                  campione del mondo di F1-1976. Per la cronaca, gli unici piloti 
                  che abbandonarono la gara vinta da Andretti in seguito alle 
                  avverse condizioni della pista furono: Lauda, Pace, Fittipaldi. 
                  e Perkins.
 
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              | Mario 
                  Andretti vincitore del Gran Premio del Giappone (foto Autosprint) |   
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              |  |   
              | Lauda 
                  descrive i fatti del ritiro - (I miei anni con Ferrari) |   
              |  |   
              | Niki 
                  Lauda nel suo libro:"I miei anni con Ferrari" - Editoriale 
                  Olimpia - 1979, descrive in maniera singolare e univoca quello 
                  che avvenne realmente quel giorno.
 
 |   
              | " 
                  Pioggia, pioggia, pioggia. Le prime prove vengono effettuate 
                  solo per accertare l'agibilità della pista. Io torno 
                  subito al box perché sarebbe una pazzia correre in queste 
                  condizioni. Tutti i piloti, fuorché tre, si pronunciano 
                  contro la partenza. Si parla, si discute, si litiga, c'è 
                  un continuo tiremmolla tra i commissari, i direttori sportivi 
                  ed i piloti. Alle seconde prove, pochi partecipano, io no. E' 
                  una pura follia voler correre con tanta acqua sulla pista: perdi 
                  ogni senso dell'orientamento perché non puoi vedere altro 
                  che acqua.; c'è il pericolo dell'acqua-planning. Non 
                  sei più in grado di controllare la macchina, nè 
                  con la testa, nè con le mani perché ti trovi in 
                  situazioni di fronte alle quali sei impotente. Stanno discutendo 
                  e agitandosi, vengono confrontati i pro e i contro, viene notato 
                  che non si dovrebbe dimenticare la televisione. Ad un punto 
                  dicono:" Sono le due passate e alle cinque fa buio, quindi 
                  dobbiamo dare inizio alla gara". E' pura follia, si è 
                  dibattuto per cinque ore sugli svantaggi ed i vantaggi e ad 
                  un tratto, tutte le considerazioni che si sono fatte, non sono 
                  più valide perché sono le due e mezzo.  |   
              |  |   
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              | Hunt 
                  rientra per il cambio gomme, ma nessuno gli comunica la posizione 
                  nel mondiale (foto Autosprint) |   
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              | "Annunciano 
                  che la partenza avrà luogo fra cinque minuti. (omissis) 
                  Accanto a me vedo Watson che, girando come una trottola, finisce 
                  nel prato adiacente: questo è l'effetto dell'acqua-planning. 
                  (omissis) L'unico motivo per cui continuiamo la gara è 
                  il pensiero che forse avremo presto una corsia asciutta. Ma 
                  alla partenza la pioggia aumenta d'intensità. E' quasi 
                  impossibile controllare la macchina Si, si posso vedere i punti 
                  critici e tenersi al margine destro, "nuotando" attraverso 
                  la corrente d'acqua, tutto questo alla velocità si 150 
                  km/h e a seconda di quant'acqua c'era, uno si può forse 
                  ritrovare ancora sulla pista, o nel prato o (nel peggior dei 
                  casi) contro i guard-rail. (omissis) Compiuto il secondo giro, 
                  torno al box. Forghieri si china su di me e mi chiede cosa c'è. 
                  Gli spiego che non voglio correre perché è pazzesco, 
                  le condizioni sono troppo pericolose. Propone immediatamente:" 
                  Annunciamo che hai un'avaria al motore". Ma io non voglio 
                  e gli dico:" Dirò che non voglio correre, non ho 
                  bisogno di una scusa".(omissis)
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              | "Sto 
                  osservando la corsa dal box. Dopo qualche tempo smette di piovere. 
                  Ma ormai ne sono fuori. Non posso recriminare perché 
                  la mia decisione è stata giusta. (omissis) Dobbiamo lasciare 
                  l'autodromo prima del termine della corsa per raggiungere il 
                  nostro aereo. Nella macchina ci sono Marlene, Forghieri ed io. 
                  Se Hunt si piazza al quinto posto o peggio, rimango campione 
                  mondiale. Quando ce ne siamo andati, Hunt era in testa, ma sarebbe 
                  stato necessario cambiare le gomme, insomma tutto era ancora 
                  possibile. Sentiamo da una stazione radio americana che Hunt 
                  è retrocesso. Non seguono altre notizie sul Gran Premio. 
                  Dopo un quarto d'ora l'annunciatore comunica i risultati finali 
                  e precisamente in questo momento entriamo nella galleria di 
                  fronte all'aeroporto e non possiamo sentire nulla. Soltanto 
                  all'aeroporto, un incaricato della ditta che si occupa del trasporto 
                  delle Ferrari, ci dice che Hunt è campione del mondo. 
                  Sono stato sfortunato. In questo momento quasi non m'importa. 
                  Non posso mica mettermi a piangere perché ha smesso di 
                  piovere quando io m'ero già ritirato". 
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              | Niki 
                  Lauda e John Watson sotto il diluvio del Fuji (foto Autosprint) |   
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              | “Dall'aeroporto 
                  di Tokio Forghieri ed io telefonammo al vecchio. Gli spiegai 
                  le mie preoccupazioni e le mie ragioni, gli dissi che sarebbe 
                  stata una pazzia continuare la corsa. Fu molto impersonale, 
                  ascoltò il mio racconto senza approvare ne disapprovare 
                  la mia decisione, ma pure senza darmi il minimo incoraggiamento, 
                  la più piccola consolazione. Non mi disse di non preoccuparmi, 
                  sarebbe stato bello, se lo avesse fatto.”  
                 Un 
                  dialogo riportato da Autosprint (n.43-1976), evidenzia un botta 
                  e risposta tra Giancarlo Cevenini e Niki Lauda subito dopo la 
                  gara:Cevenini - ….”Ma non hai sempre 
                  detto che Ferrari ti paga per correre?”
 Lauda - ….”Si, per correre, 
                  ma non per buttarmi dalla finestra. Andrò a Maranello 
                  e ne parlerò col commendatore. Credo, spero, che lui 
                  capisca….”
 
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              |  Niki 
                  Lauda con Marlene Knaus all'aeroporto dopo l'abbandono della 
                  gara (foto 
                  Autosprint) |   
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              | Modena 
                  26 ottobre 1976, ore 15,00
 “GIANO settantasei” così titolava a caratteri 
                  cubitali Autosprint n°44 - la conferenza stampa indetta 
                  da Enzo Ferrari che conteneva i chiarimenti 
                  del ritiro dal gran premio giapponese di Niki Lauda.
 Otto pagine piene di domande e risposte a 360° che riportavano 
                  il punto di vista di Ferrari su Lauda, su Nuvolari, Surtees, 
                  Hunt, CSAI, CSI, Monza, Alfa Romeo, motori e piloti. Insomma 
                  un fuoco di fila interminabile, tanto da definire la conferenza 
                  stampa la “tre ore di Modena” con chiaro riferimento 
                  alle gare di durata in auge in quegli anni.
 Il fuoco di fila da parte dei giornalisti presenti, incomincia 
                  alle 15,01 con una domanda mirata al ritiro del Mont Fuji. Ferrari 
                  risponde con una certa preoccupazione per quanto la stampa in 
                  quei giorni ha scritto, quindi prepara una copia della dichiarazione, 
                  che poi è il fulcro di tutta la conferenza stampa, che 
                  tramandiamo e riportiamo integralmente nei punti che interessano 
                  il “caso Lauda”.
 
 
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              | Ferrari 
                  - “Lauda ha fatto bene a non correre se ha avuto timore 
                  delle condizioni ambientali, pensando a quello che ha provato 
                  il 1° agosto e alla sua attuale condizione. Il futuro dipende 
                  unicamente da quanto lui deciderà. Anch’io mi sono 
                  trovato nella necessità di interrogarmi come pilota quando 
                  nacque mio figlio Dino e decisi di non correre più. Quando 
                  gli avrò parlato, saprò dirvi se per Lauda esistono 
                  intime motivazioni che non si conciliano con il volontariato 
                  del rischio”. Aggiungo a completamento che Lauda mi ha 
                  telefonato non prima della disputa del Gran Premio, ma due ore 
                  dopo la disputa del Gran Premio e io gli ho detto: “ Hai 
                  fatto bene, se non ti sentivi di affrontare la prova in quelle 
                  condizioni, a non partire”. Questo è quello che 
                  debbo dire sul caso Lauda e lo riterrei esaurito per il momento 
                  almeno, fino a quando non avrò incontrato il pilota, 
                  e non saprò esattamente cosa c’è dentro 
                  di lui. Sempre che io riesca a comprenderlo”.(omissis) |   
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              | Autosprint 
                  n° 44 del 2-9 novembre 1976 dove è contenutoil resoconto della conferenza stamda di Enzo Ferrari
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              | C’è 
                  poi un passaggio molto interessante che riportiamo integralmente, 
                  una risposta che la dice lunga sul modo di pensare di Enzo Ferrari, 
                  almeno per quanto riguarda le situazioni di conferenza stampa:
 Il giornalista di turno si rivolge a Ferrari chiamandolo Commendatore. 
                  La risposta di Ferrari fu molto singolare:
 D - “Scusi Commendatore”
 F – “…guardi: Non sono 
                  commendatore. E poi preferisco chiamarmi Ferrari, perché 
                  quando entro dal barbiere e mi dicono commendatore, ce ne sono 
                  tanti. Se mi dicono Ferrari sa…è un altro discorso. 
                  Ha capito? Quindi lei mi dica Ferrari, se poi vuol dire Enzo, 
                  allora chiudo gli occhi e penso che lei sia una graziosa fanciulla 
                  e mi fa più piacere”.
 D – “Senta Ferrari, dunque lei 
                  mi ha fatto andare un po’ fuori….dunque nella sua 
                  lunga carriera di costruttore prima anche di manager, di fronte…..” 
                  Ferrari lo interrompe.
 F – “Pilota prima”.
 D – Di pilota, scusi….
 F – E’ la parte più 
                  importante”
 D 
                  – Lei ha mai avuto un pilota che dopo due giri ha detto: 
                  basta me ne vado a casa?”
 F – “Si”
 D – “Mi dica il nome per favore”
 F – “Enzo Ferrari”
 D – Allora può capire bene. Io 
                  non ci credo, scusi, se mi permetto di dirglielo”
 
 
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              | Niki 
                  Lauda, due volte Campione del Mondo con la Ferrari |   
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              | A questo punto della conferenza, Ferrari 
                  ammette i fatti del 1924 che lo videro protagonista a Lione. 
                   F – “Lei non ci crede perché 
                    è un giovanotto. Se avesse l’età mia ci 
                    dovrebbe credere, perché io ho vissuto questo. Io dovevo 
                    andare al Gran Premio di Lione in Francia e c’era una 
                    quarta macchina che dovevo pilotare. In quel momento sono 
                    stato colpito da un forte esaurimento nervoso e io ho avuto 
                    il coraggio di dire….Sono andato a far le prove, sono 
                    venuto a casa, dovevo ritornare – Ho avuto il coraggio 
                    di telegrafare e di dire “ Non me la sento” e 
                    non sono andato”.(omissis) Per quanto riguarda il rientro a Monza e l’assunzione 
                    di Carlos Reutemann, Ferrari continua così:
 D – "Scusi, non ha ancora confermato se 
                    Reutemann ha firmato il contratto per il ’77".
 F – "No, non ha ancora firmato, 
                    ma noi lo aspettiamo perché confidiamo senz’altro 
                    che lo firmerà. Questo è intuitivo. Ma non l’abbiamo 
                    ancora firmato".
 D – "Carlos Reutemann. Qual è 
                    l’impressione che la Ferrari ha ricevuto dalle prove 
                    di Reutemann dopo Monza, a Fiorano?"
 F – "Reutemann lo conoscevamo 
                    da tempo, perché ha disputato un Campionato del Mondo 
                    con le nostre vetture sport. Nelle prove che ha fatto a Fiorano, 
                    mi ha confermato la buona opinione che di lui avevamo. Ora 
                    lo aspettiamo per la firma del contratto (omissis).
 D – "Reutemann infatti è 
                    molto soddisfatto,. L’unica cosa è che come prima 
                    ha detto Niki Lauda, rimane il <<numero uno>> 
                    cui voi avete dedicato tutta l’attenzione per questo 
                    Campionato del Mondo".
 F – "Non ci sono mai stati 
                    e non ci saranno mai <<numeri uno>>. Il Numero 
                    Uno era diventato Lauda quando aveva guadagnato tanti punti 
                    che era assurdo ingaggiare una battaglia in famiglia per portare 
                    a termine un Campionato del Mondo, non pregiudicarlo. Qundi, 
                    Lauda, il Numero Uno, è quello che vince. Non c’è 
                    il N.1 perché è scritto nel contratto che sei 
                    il numero uno. Io sono stato sempre nemico a queste designazioni 
                    preventive. Il numero uno è quello che vince”.
 
 E all’indomani del ritiro al Fuji, le parole di Ferrari 
                    suonano come un monito e chi ha orecchie per intendere…intenda!
 
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              | I 
                  numeri di Autosprint 1976 che descrivono il "caso Lauda" |   
              |  |   
              |  |   
              | Questi 
                  sono i punti focali della conferenza stampa tenutasi a Maranello. 
                  La stessa poi si snoda su punti caldi passati, presenti e futuri 
                  della Ferrari: “il licenziamento di Surtees”, i 
                  “soldi di Lauda”, “Lauda e le donne”, 
                  “l’incidente del Neurburgring”, “le 
                  gomme”, “James Hunt”, la “CSAI”, 
                  la “benzina di Monza”, “tre macchine nel ’77?”, 
                  “Regazzoni”, “Audetto” e tanto altro 
                  ancora, puntualizzazioni care ai giornalisti dell’epoca. 
                    Ferrari 
                  saluta i giornalisti intervenuti con un prologo che vale la 
                  pena di ricordare:“Ed ora spero di rivedervi presto. In altra occasione. 
                  Sono 56 anni che voi scrivete di me e delle mie malefatte. Io 
                  mi sono divertito a scrivere di voi. Quindi io spero di potervi 
                  invitare fra non molti giorni per presentarvi il mio libro e 
                  consegnarvelo personalmente" (omissis).
 
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              |  |   
              | Alla 
                  fine sembra che Ferrari capisca la decisione di Lauda e davanti 
                  al mondo la difende, bacchettando tutti coloro che hanno scritto 
                  contro Niki e contro Ferrari stesso. - Il suo libro “il 
                  Flobert” è già pronto.
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              |  Lauda 
                  si è ritirato al 2° giro del Gran Premio del Giappone 
                  e si appresta a partire per l'aeroporto |   
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   Guarda 
                  il trailer
 
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                      | Gran 
                        Premio del Giappone – Ordine di arrivo Circuito del Fuji: 4.359 mt. - Giri: 73 pari a 318,207 
                        km.
 |   
                      | Posiz. 
                           | Car 
                          No.  | Pilota | Costruttore/Motore | Giri 
                           | Motivo 
                          ritiro |   
                      | 1 | 5 | Mario 
                          Andretti | Lotus-Ford 
                          Cosworth  | 73 |  |   
                      | 2 | 4 | Patrick 
                          Depailler  | Tyrrell-Ford 
                          Cosworth | 72+1 |  |   
                      | 3 | 11 | James 
                          Hunt  | Mc-Laren 
                          Ford Cosworth | 72+1 |  |   
                      | 4 | 19 | Alan 
                          jones  | Surtees-Ford 
                          Cosworth | 72+1 |  |   
                      | 5 | 2 | Clay 
                          Regazzoni  | Ferrari 
                          S.E.F.A.C.  | 72+1 |  |   
                      | 6 | 6 | Gunnar 
                          Nilsson  | Lotus-Ford 
                          Cosworth  | 72+1 |  |   
                      | 7 | 26 | Jacques 
                          Lafitte  | Ligier-Matra | 72+1 |  |   
                      | 8 | 24 | Herald 
                          Ertl  | Hesketh-Ford 
                          Cosworth  | 72+1 |  |   
                      | 9 | 18 | Noritake 
                          Takahara  | Surtees-Ford 
                          Cosworth | 70+3 |  |   
                      | 10 | 17 | Jean-Pierre 
                          Jarrier  | Shadow-Ford 
                          Cosworth 
                           | 69+4 |  |   
                      | 11 | 51 | Masahiro 
                          Hasemi  | Kojima-Ford 
                          Cosworth | 66+7 |  |   
                      | - | 3 | Jody 
                          scheckter  | Tyrrell-Ford 
                          Cosworth | 59° | Motore |   
                      | - | 21 | Hans 
                          Binder  | Wolf 
                          Williams-Ford Cosworth | 50° | Incendio |   
                      | - | 16 | Tom 
                          Price  | Shadow-Ford 
                          Cosworth | 47° | Uscita 
                          di pista |   
                      | - | 9 | Vittorio 
                          Brambilla  | March-Ford 
                          Cosworth  | 39° | Impianto 
                          elettrico  |   
                      | - | 34 | Hans-Joachin 
                          Stuck  | March-Ford 
                          Cosworth | 38° | Impianto 
                          elettrico |   
                      | - | 12 | Jocken 
                          Mass  | Mc-Laren 
                          Ford Cosworth | 36° | Uscita 
                          di pista |   
                      | - | 28 | John 
                          Watson  | Penske-Ford 
                          Cosworth | 34° | Motore |   
                      | - | 52 | Kazuyoshi 
                          Hoshino  | Tyrrell-Ford 
                          Cosworth | 28° | Pneumatici |   
                      | - | 20 | Arturo 
                          Marzario  | Wolf 
                          Williams-Ford Cosworth | 24° | Cambio |   
                      | - | 30 | Emerson 
                          Fittipaldi  | Copersucar-Ford 
                          Cosworth  | 9° | Ritiro 
                          volontario  |   
                      | - | 8 | Carlos 
                          Pace  | Brabham-Alfa 
                          Romeo  | 8° | Ritiro 
                          volontario |   
                      | - | 1 | Niki 
                          Lauda  | Ferrari 
                          S.E.F.A.C. | 2° | Ritiro 
                          volontario |   
                      | - | 7 | Larry 
                          Perkins  | Brabham-Alfa 
                          Romeo | 2° | Sospensioni |   
                      | - | 10 | Ronnie 
                          Peterson | March-Ford 
                          Cosworth | 1° | Motore |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  
                  
                     
                      | Campionato 
                        del Mondo Conduttori 1976 |   
                      | Posizione | Pilota 
                           | Punti |   
                      | 1 | James 
                          Hunt | 69 |   
                      | 2 | Niki 
                          Lauda | 68 |   
                      | 3 | Jody 
                          Scheckter | 49 |   
                      | 4 | Patrick 
                          Depailler | 39 |   
                      | 5 | Clay 
                          Regazzoni | 31 |   
                      | 6 | Mario 
                          Andretti | 22 |   
                      | 7 | John 
                          Watson | 20 |   
                      | 8 | Jacques 
                          Lafitte | 20 |   
                      | 9 | Jocken 
                          Mass | 19 |   
                      | 10 | Gunnar 
                          Nilsson | 11 |   
                      | 11 | Ronnie 
                          Peterson | 10 |   
                      | 13 | Tom 
                          Price | 10 |   
                      | 14 | Hans-Joachim 
                          Stuck | 8 |   
                      | 15 | Carlos 
                          Pace | 7 |   
                      | 16 | Alan 
                          Jones | 7 |   
                      | 17 | Carlos 
                          Reutemann | 3 |   
                      | 18 | Emerson 
                          Fittipaldi | 3 |   
                      | 19 | Chris 
                          Amon | 2 |   
                      | 20 | Vittorio 
                          Brambilla | 1 |   
                      | 21 | Rolf 
                          Stommelen | 1 |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  
                  
                     
                      | Campionato 
                        del Mondo Costruttori 1976 |   
                      | Posizione | Costruttore | Punti |   
                      | 1 | Ferrari 
                          S.E.F.A.C.  | 83 |   
                      | 2 | Mc-Laren 
                          – Ford Cosworth | 74 |   
                      | 3 | Tyrrell 
                          - Ford Cosworth | 71 |   
                      | 4 | Lotus 
                          - Ford Cosworth | 29 |   
                      | 5 | Penske 
                          - Ford Cosworth | 20 |   
                      | 6 | Ligier 
                          - Matra | 20 |   
                      | 7 | March 
                          - Ford Cosworth | 19 |   
                      | 8 | Shadow 
                          - Ford Cosworth | 10 |   
                      | 9 | Brabham 
                          – Alfa Romeo | 9 |   
                      | 10 | Surtees 
                          – Ford Cosworth | 7 |   
                      | 11 | Copersucar 
                          - Ford Cosworth | 3 |   
                      | 12 | Ensign 
                          - Ford Cosworth | 2 |   
                      | 13 | Parnelli 
                          - Ford Cosworth | 1 |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              | DIORAMA 
                 SCALA 1:20 |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              |  |   
              | NOTA: 
                  il diorama rappresenta la 312 T2 senza la parte superiore della 
                  vettura, per mettere a nudo il 12 cilindri Ferrari, portando 
                  avanti di qualche fotogramma l'immagine reale del ritiro di 
                  Niki, esposta all'inizio pagina. Il modellismo è anche 
                  questo! MfB |   
              |  |  
              |  |   
              | MODELLO: 
                Ferrari 312 T2 - Hasegawa - scala 1:20 |   
              | Motosports 
                team set Tamiya (1970-1985) - scala 1:20 |  Bibliografia
 
             
              |  | Le 
                  pagine rappresentano uno studio condotto dall'autore sulla figura 
                  di Niki Lauda 
                  e sui fatti del Gran Premio del 
                  Giappone 1976 e potranno, a seguito di nuovi 
                  accertamenti, subire modifiche atte ad inquadrare al meglio 
                  la verità storica dell'evento.   |    |