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            Realizzazione: 
          2000 - scala 1/200 - 
          Collezione MfB 
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              | Vista 
                  aerea della fabbrica  
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              | La legge sul decentramento impose a Enzo Ferrari di trasferire 
                  le sue attività da Via Trento Trieste a Modena, alla 
                  periferia della città emiliana su dei terreni già 
                  di suo possesso con annessa una casa colonica, dopo avere scartato 
                  una prima ipotesi di insediamento nel comune limitrofo di Formigine. 
                  Il Podestà di Maranello, Giuseppe Amorotti Ferrari, vide 
                  di buon occhio questo imminente insediamento del futuro Costruttore, 
                  che acquistando il "Fondo Cavani", di proprietà 
                  dei coniugi Colombini, aumentava la metratura del terreno contiguo 
                  a quello che lo stesso Ferrari già possedeva.
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              | 
 I documenti dell'epoca che attestano l'acquisto 
                  e il reimpiego
 di un capannone metallico a firma Enzo Ferrari
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              | Tutta 
                  l'operazione di acquisto del Fondo, si svolse con una incredibile 
                  celerità e già alla fine del novembre 1942, come 
                  scrive lo stimato scrittore e profondo conoscitore del "fenomeno 
                  Ferrari" Gianni Rogliatti, venne presentata la prima richiesta 
                  di licenza edilizia, dichiarando come prossima attività, 
                  la costruzione di macchine agricole e non di automobili. Il 
                  preciso riporto dei fatti descritto da Rogliatti, elenca i terreni 
                  acquisiti da Enzo Ferrari per un totale di 306.228 metri quadrati, 
                  così suddivisi: Fondo Fontanile, Convoglio, Nuovo, San 
                  Martino e l'ultima acquisizione, appunto il Fondo Cavani, acquisito 
                  con atto notarile il 16 dicembre 1942. Già nel settembre del 1943, la produzione di macchine 
                  utensili era avviata, per l'esattezza Ferrari produceva rettificatrici 
                  su licenza tedesca, oltre a motori a 4 cilindri boxer per aerei 
                  scuola.
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              | Vista del lato nord-est della fabbrica
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              | Fu 
                  Enrico Nardi a presentare Corrado Gatti, rivenditore di macchine 
                  utensili a Enzo Ferrari, il quale suggerì l'idea di produrre 
                  delle rettificatrici. Le migliori del tempo erano tedesche e 
                  dopo varie richieste cadute nel nulla alla casa madre di poterele 
                  riprodurre in Italia, agevolato anche dalla legge italiana, 
                  Ferrari pensò bene di riprodurne una copia esatta, anzi 
                  migliore dell'originale. La Fabbrica venne bombardata dagli 
                  alleati due volte durante il periodo bellico: il 4 novembre 
                  1944 e nel febbraio 1945, sapendo della produzione di tali macchinari 
                  e venne poi ricostruita celermente anche con l'ausilio delle 
                  stesse maestranze. Con denominazione sociale di  Auto 
                  Avio Costruzioni (fino al 1960), Ferrari attendeva 
                  la fine della guerra, quando nei suoi pensieri le rettificatrici 
                  avrebbero lasciato il posto alle vetture da competizione e non, 
                  costruendo automobili prima come A.A.C, poi 
                  come S.E.F.A.C. e quindi come Ferrari. |  
             
              |  | Vista 
                  aerea della fabbrica nei primi anni dell'insediamento nel 
                  Comune di Maranello . |   
              |  | Programma 
                  di fabbricazione rettificatrici prodotte dalla Ferrari nei 
                  primi anni 40, con evidenziato il disegno di progetto della fabbrica. 
                  Dalla copertina del programma stesso, sembra che la disposizione 
                  della fabbrica vista dall'alto rappresenti una "F" 
                  con il segmento superiore allungato, quasi a presagire la "F" 
                  stilizzata di Ferrari che sarebbe divenuta un simbolo negli 
                  anni a venire.
 
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                      |  |  |  |   
                      | Alcune 
                          immagini del depliant illustrativo 
                          e delle rettificatrici Ferrari |  
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              | Esposizione 
                  diorama in Galleria Ferrari nella 
                  ricostruzione dell'ufficio di Enzo Ferrari dal 2001al 2010  |   
              | 
                  
                  
                   Marzo 
                  2011 - La nuova locazione in Galleria Ferrari del diorama 
                  della 
                  Scuderia Ferrari e della Fabbrica-1943 |  
             
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              | L'ingresso 
                  visto da Via dei Giardini, ora Via Abetone Inferiore |  
             
              | In questa fabbrica vennero assunti abitanti del luogo: contadini 
                  operosi che Ferrari, tramite la Scuola di perfezionamento professionale 
                  Alfredo Ferrari, realizzata inizialmente nella casa colonica 
                  del Fondo Cavani e poi spostata verso il centro paese, trasformò 
                  in meccanici qualificati. Il diorama riprodotto, rappresenta 
                  la prima conformazione della fabbrica, disposta a triangolo 
                  con il lato più lungo tangente la Via dei Giardini. MfB
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 Bibliografia
 
 
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