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Ferrari alla 500 Miglia di Indianapolis 1952 - Modelfoxbrianza.it



La Ferrari a Indianapolis


500 Miglia di Indianapolis 1956 (seguito prima parte)

In breve: Farina non si qualifica. Il 29 maggio (allora la corsa si disputava tassativamente il 30 maggio) sulla Gazzetta dello Sport, il mio maestro Giovanni Canestrini, che non aveva seguito l’avventura negli States, scrive di evere ricevuto una lettera da Farina nella quale il campione torinese gli dice: “Quando ho imparato e visto qui mi servirà per l’anno prossimo, perché voglio tornarci”.
Allora Nino Farina aveva quasi 50 anni. Ma nel 1957 non vi sarà nessuna Bardahl a Indianapolis e neppure Nino Farina. La macchina dopo la disavventura del 1956, venne presa in consegna da Luigi Chinetti, pilota prima e poi venditore della Ferrari negli USA. In seguito la Bardahl viene restaurata da François Sicard e nel 1976 è per il 50 per cento completata. Da allora se ne sono perse le tracce. Di essa, forse, resta quello schizzo di Ferrari. E mentre guardo il foglietto di carta ripenso al 26 gennaio 1956”
.


Il telaio della Bardahl Ferrari Experimental
Serbatoio e bocchettone di rifornimento

Come sempre Ferrari aveva già calcolato tutto e il famoso foglietto di carta, scritto con biro rossa e non nel suo solito inchiostro color viola, descrive i dati tecnici che la vettura avrebbe dovuto avere:


Il foglietto scritto a mano da Ferrari
Descrizione del foglio scritto da Ferrari
Motore Ferrari 6 cilindri
3 carburatori Weber speciali
Alesaggio 102 corsa 90 cilindrata 4412
Giri 5800/6000 cv 382
Peso 212 kg motore
Velocità presumibile 300 km orari
Peso: Indianapolis consente velocità max. 240 circa grandi riprese istantanee ad altavelocità fra i 180 km orari e i 240 km
1200 giri circa variazione di regime – 2 velocità
800 km = 500 miglia
Consumo 30 litri x 100 km
Serbatorio 180 litri, olio 24 litri
Carburante benzina avio 114/130 NO
Il foglietto scritto a mano da Ferrari
con i dati della vettura
 


Per la cronaca la gara fu vinta da Pat Flaherty su Watson-Offy in 3h53'28"840, alla media di 206,784 km/h, seguito da Sam Hanks su Kurtis Kraft-Offy a 20"450 e da Don Freeland su Phillips-Offy a 1'30"230.
La Ferrari per la seconda volta a distanza di quattro anni ritenta la carta Formula Indy, questa volta partecipando in maniera più defilata, fornendo solo il motore, rispetto alla partecipazione del 1952 che la vedeva fornitrice dell’intera vettura. Il terzo e per il momento ultimo tentativo, anche se rimasto sulla carta almeno per quanto concerne la partecipazione diretta è datato 1986.


Pista di Fiorano, settembre 1986

Sulla pista di Fiorano i giornalisti si accalcano per vedere l’ultima novità di Casa Ferrari. La novità questa volta non riguarda la Formula Uno, non è stagione adatta per la presentazione di una nuova vettura, ma l’avvenimento è tra uno di quelli destinati a fare scalpore. Non sarà una rossa vettura del cavallino la star dell’avvenimento, ma un motore. E che motore!
In effetti Enzo Ferrari, benchè ultra ottantenne, tiene ancora sul filo la stampa mondiale. La notizia era nell’aria ed ora finalmente verranno tolti i veli al motore destinato ad equipaggiare una vettura di Formula Cart per ritentare l’impresa di Indianapolis, rimessa nel cassetto per trentadue anni, dopo il 1956.

Il compito di realizzare intorno a quel motore una vettura, venne affidato all’austriaco Gustav Brunner e l’anno dopo ecco pronta la Ferrari per il catino di Indy.
Il nome “Ferrari Formula Cart”, venne deciso dalla stessa Ferrari e come già detto nelle pagine di questo sito, forse (il sospetto è d’obbligo), voleva mandare un messaggio diretto e chiaro alla FIA e alla FOCA, che la Scuderia di Maranello, nel caso non fossero accettate determinate condizioni economiche in discussione con il Nuovo Patto della Concordia, firmato poi a Maranello nel marzo del 1987, sarebbe “emigrata” nel Campionato Cart, dando un addio al Campionato di Formula Uno. Tutta l’operazione “Cart” era sostenuta dalla Truesport e dal suo capo Truman, lo statunitense che fece da collegamento tra Italia e Stati Uniti, prematuramente scomparso prima del termine dell’intera operazione Formula Cart
.

La Ferrari Formula Cart
Il prototipo collaudato da Michele Alboreto
Il motore della "Cart"
La Ferrari Formula Cart
Il prototipo collaudato da Michele Alboreto
Il motore della "Cart"

La vettura richiama le linee della F1/87, a cui venne aggiunto un bocchettone di rifornimento rapido, sospensioni del tipo “pull road” anteriori e posteriori, sistema si sollevamento idraulico a tra punti e pneumatici Goodyear con cerchioni a sei razze.
Il motore venne disegnato da Angelo Marchetti in collaborazione e con la consulenza di Franco Rocchi.

Scheda Tecnica Ferrari Formula Cart
motore: 8 cilindri a V di 90°
cilindrata: 2648 cc
distribuzione: a quattro valvole per cilindro,
alimentazione: iniezione elettronica digitale Weber Marelli, turbocompressote IHI.
Potenza: 710 CV a 11.500 giri minuto
Corpo vettura: monoposto con telaio in composito a nido d’ape con fibre di carbonio e Kevlar
Trazione: posteriore
Cambio: trasversale a 5 marce + RM

Sospensioni:anteriori a ruote indipendenti con quadrilateri deformabili e tiranti
Posteriore a ruote indipendenti con quadrilateri deformabili e tiranti

Gomme: 15” Goodyear
Sterzo: a cremagliera
Freni: a disco ventilati
Peso: 730 kg (peso minimo consentito in Formula Cart)

Collaudata a Fiorano da Michele Alboreto e da Bobby Rahal che presumibilmente, nel caso di riuscita dell’impresa, l’avrebbe portata in gara a Indianapolis.
Si racconta che in occasione di una visita a Maranello di un rappresentante della FOCA, Enzo Ferrari fece accendere il motore della Cart, dopo avere preventivamente aperto le finestre che davano sulla pista di Fiorano, compiacendosi del fatto che il povero malcapitato restò senza parole davanti al “mostro rosso” e di conseguenza recepì al volo il "messaggio" del Gran Capo.
Questo era Ferrari.


La Ferrari Formula Cart esposta in Galleria Ferrari
La Ferrari Formula Cart esposta in Galleria Ferrari

Concludiamo questa carrellata di eventi e modelli di vetture destinate al “catino” di Indianapolis durata 37 anni, nella speranza di avere fatto un po di chiarezza in queste partecipazioni o tentativi di partecipazione alla gara automobilistica più famosa d’America a cui Enzo Ferrari e la Ferrari, hanno partecipato in maniera quasi nascosta, se escludiamo la presenza del 1952. Forse a Maranello in gran segreto, come è giusto che sia, qualcuno ha pensato ancora ad una vettura per le gare americane, forse sono stati fatti dei progetti, ma per il momento la Ferrari ha dimostrato di saper vincere e vincere bene sui circuiti europei, ritornando a Indianapolis con gare valide per il Campionato del Mondo di F1 nel 2000, dopo che la 500 Miglia, prova valida ai fini della classifica per il CdMF1, ha lasciato il posto nel 1961 al GP USA a Watkins Glen, l'8 di ottobre.

Gentleman and Ladies, start your engines.
MfB


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Le pagine rappresentano uno studio condotto dall'autore sulla partecipazione della Ferrari alla 500 Miglia di Indianapolis e potranno, a seguito di nuovi accertamenti, subire modifiche atte ad inquadrare al meglio la verità storica dell'evento.


Pagina pubblicata il 6/6/2005 - ultimo aggiornamento 12/9/2012

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