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Le moto della Scuderia Ferrari 1932 - 1934 - Modelfoxbrianza.it



Enzo Ferrari nel 1926 in Piazza d'Armi a Modena

In questa bella fotografia di Ferruccio Testi (Archivio Zagari), si vede Enzo Ferrari nel 1926 in Piazza d'Armi a Modena, mentre assiste alla partenza due giovani motociclisti: Gigi e Jader Ruggeri di 10 e 11 anni, figli del campione motociclistico Amedeo.


La storia

Il "reparto motociclistico" della Scuderia Ferrari, non ha avuto la pubblicità destinata alle rosse vetture con il quadrifoglio verde sul cofano e Ferrari stesso scrisse poco più di qualche riga su questa branca della Scuderia, lasciando dei vuoti storici difficili da colmare ai giorni nostri. Essendo passati settan'anni dalla presunta "messa a riposo" del reparto stesso, le uniche tracce valide e sicure, sono quelle riportate nei numeri della rivista "La Scuderia Ferrari" edita negli anni 30, dove lo stesso Ferrari diede sfogo alla seconda e ultima delle tre passioni che lo hanno accompagnato fin da ragazzo: dopo il corridore ecco il Ferrari scrittore. La terza, quella di tenore d'opera, non ebbe il tempo di manifestarsi.

Qui il trentasettenne Ferrari con un titolo che la dice lunga sulle idee precise di futuro costruttore: "Chiarezza", scrive le impressioni, commenta le gare, i piloti, le vetture della sua Scuderia, prevalendo le auto alle moto, accennando solo brevemente al reparto corse motociclistico, se non con un fugace elenco di nomi di piloti che il più delle volte guidarono anche le Alfa Romeo della Scuderia nei circuiti e nelle gare su strada di tutto il mondo, esaurendo l'argomento come risposta a quelle persone definite da Ferrari "scuderofobi" che accusavano la Scuderia di "demeriti", dopo avere elencato nomi di piloti automobilistici con queste poche parole: "... e nel campo motociclistico Pigorini e Aldrighetti, cioè i due Campioni d'Italia." (descrizione dei meriti)

La rivista MotoCiclismo descrive in un articolo riportato nella pubblicazione della Scuderia Ferrari datata 17 gennaio 1935 - XIII (la stessa di "Chiarezza"), in maniera quasi poetica, le gesta del "reparto motociclistico" della Scuderia Ferrari, voluto da Enzo Ferrari e gestito dal 1932 al 1934 in Viale Trento e Trieste 11 a Modena. Leggiamone la descrizione integrale del cronista risalente al 1933, ovviamente in puro stile "ventennio":

"...E chiamato a concludere sulla attività della "Scuderia Ferrari", io debbo senz'altro constatare come essa, nel suo primo anno, abbia compiuto un'opera veramente meritoria per lo sport motociclistico italiano.
In sostanza la "Scuderia" ha contribuito a rafforzare il nostro sport perchè consentito a valorosi guidatori di misurarsi in prove dalle quali è emersa quella superba valentia che altrimenti sarebbe stata negletta o sconosciuta. Mediante questa magnifica organizzazione, molti dei nostri corridori poterono combattere e vincere superbe battaglie sportive. Ed è con l'ausilio della "Scuderia" che molte gare poterono riportare quel successo che sarebe stato ben difficile conseguire se fosse mancato questo proverbio intervento.


Scuderia Ferrari - interno dell'officina riparazione moto
Tazio Nuvolari e Enzo Ferrari
   
Scuderia Ferrari - interno dell'officina riparazione moto
Tazio Nuvolari e Enzo Ferrari

L'assoluta competenza del dinamico ed instancabile Consigliere Delegato, Enzo Ferrari, ha potuto assicurare alla "Scuderia", elementi di primissimo ordine: Taruffi e Mario Ghersi, Guglielmo Sandri e Aldrighetti, Carlo Baschieri e l'anziano Severi, il buon Rebuglio e il sempre giovane Fieschi, Piero Ghersi e la recluta Susini, sono uomini di primo piano nel nostro mondo. E con essi la "Scuderia Ferrari", ha potuto scrivere pagine gloriose nel libro d'oro del motociclismo italiano. Il mio giudizio sulla "Scuderia" è questo:
essa merita il più vivo e sincero elogio non disgiunto dal fervido augurio che anche in avvenire questa organizzazione tecnico-sportiva, sia in grado di assolvere pienamente il suo compito duro e certamente pesante, ma sommamente utile al nostro sport. Sono certo che anche nell'anno undecimo, la "Scuderia Ferrari" conserverà quel posto altissimo che ha saputo conquistare nell'anno decimo e che andrà anche e sicuramente più lontano e più in alto."

Firma del cronista incomprensibile

Il salone interno alla Scuderia Ferrari, con le Alfa Romeo
 La "sezione" motociclistica davanti alla Scuderia
   
Il salone interno alla Scuderia, con le Alfa Romeo
e le motociclette in bella esposizione
La "sezione" motociclistica davanti alla Scuderia


A completamento dell'articolo, per dover di cronaca, riportiamo i nomi dei centauri che hanno corso con le moto della Scuderia: Giordano Aldrighetti, Guglielmo Sandri, Piero Taruffi, Mario Ghersi, Carlo Baschieri, Franco Severi, Fausto Toni, Aldo Rebuglio, Francesco Lama, Virgilio Fieschi, Mario Colabattisti, Federico Susini, Aldo Pigorini, Biagio Nazzaro, Gino Fagnani, Silvio Girotto.

All'articolo di MotoCiclismo, fa eco l'articolo pubblicato dal Guerin Sportivo che aggiunge: " "In pochi mesi di attività anche le "due ruote" del "cavallo rampante" hanno accumulato trofei su trofei e non è per nulla strano il prevedere anche per le moto della "Scuderia", la collana di successi che la rendono ormai famosa in campo automobilistico".

La rivista del R.A.C.I. del 26 dicembre 1935, riporta i programmi per l'anno 1936 della Scuderia Ferrari, citando la relazione della cerimonia a conclusione dell'anno sportivo 1935 per voce del Consigliere Delegato Enzo Ferrari, tenutasi il 14 dicembre 1935, che apre con il titolo:
"Quel che bolle nel pentolone della Scuderia Ferrari". Qui Ferrari descrive tutte le prossime attività sportive della Scuderia che inizieranno con il Gran Premio di Pau in Francia e termineranno ad ottobre 1936 con il Gran Premio di San Sebastian in Spagna. Infatti Ferrari spiegando la situazione attuale, sottolinea il fatto che "...le case automobilistiche che in passato avevano elargito sostanziosi contributi, in parte si sono consorziate e tutte hanno ridotto i contributi a cifre modestissime". Quindi questo potrebbe essere uno dei motivi che fecero chiudere il reparto motociclistico a fine 1934, distribuendo i ridotti introiti alla gestione delle vetture da corsa. Non si capisce come mai Ferrari, che non ha mai nascosto la predilezione degli "arditi" piloti di estrazione motociclistica, carichi di quell'ardimento tanto gradito dal regime fascista, stenti o non riporti nulla dei suoi centauri nei suoi scritti di quegli anni, specialmente negli articoli riportati dalle riviste dell'epoca e molto più su quella ufficiale della Scuderia, se non come già detto, in ridotte descrizioni.

1932 - La squadra motociclistica della Scuderia Ferrari:

1932 - La squadra motociclistica della Scuderia Ferrari:
Mario Ghersi (1) vicino ad Enzo Ferrari, Franco Severi (2), Giordano Aldrighetti (3)


Le moto


Le Norton (TT Replica), le Rudge (Four 500 - 350 - 250 ) e le Benelli 175, sono le moto della Scuderia Ferrari. Esclusa la Benelli, forse le altre due non rappresentavano l'ideale di italianità voluta dal
regime, ma garantirono alla Scuderia tre titoli nazionali: (Carlo Baschieri su Benelli 175 nel 1932, Giordano Aldrighetti su Rudge classe 500 cc nel 1933 e Aldo Pigorini su Rudge classe 350 cc. nel 1934) e 44 vittorie assolute. Senza dubbio era quello che di meglio il mercato offriva e Ferrari per la sua "creatura" cercava sempre il meglio, fino a difenderla con una puntiglioso "j'accuse", lanciato dalle pagine del numero 2-3 de "La Scuderia Ferrari" edito nel 1935.
In otto punti il trentasettenne Ferrari descrive attività, scopi, situazioni della Scuderia motociclistica e automobilistica, citando anche cifre erogate a piloti e pagamenti alla casa madre Alfa Romeo, per l'acquisto di parti di ricambio, che dal 1930 al 1934, anni di connubio auto-moto, ammontarono a Lire 4.577.833,76 dell'epoca.

Enzo Ferrari, Piero Taruffi, Cavara e
Pubblicità Rudge Whitworth
   
Enzo Ferrari, Piero Taruffi, Cavara e
Saracco Ferrari a Pesaro - 7 agosto 1932
Pubblicità Rudge Whitworth

Cosa abbia spinto Ferrari a creare una struttura motociclistica in seno alla Scuderia non è facile da comprendere. Forse qualche suo cliente-pilota gli suggerì l'idea a completamento di una struttura sportiva come la sua; forse motivi commerciali spinsero Enzo Ferrari a gestire dal 1932 al 1934 il reparto motociclistico. Basti prendere in considerazione che la Rudge & Withworth, altro non era che l'azienda che produceva i cerchioni a raggi montati sulle Alfa Romeo dell'epoca. Carlo Borrani con il socio Ettore Ambrosetti, nel 1922 presero la licenza per produrre in Italia le ruote a raggi, denominando la Società Rudge-Withworth Italia, società distinta dal logo della mano tesa in un saluto che sormonta un cerchione a raggi. Non piacendo al regime fascita la denominazione anglosassone, l'azienda venne ridenominata Carlo Borrani SpA. Facile capire la scelta di Ferrari.


Logo Norton
Il logo della Rudge - Whitworth Italia


Un fatto è certo, nel verbale della prima seduta della Scuderia Ferrari, non si fa accenno negli scopi della Società a corse motociclistiche. Un' ipotesi è che il regime abbia "suggerito" a Ferrari l'apertura della sezione motociclistica per propagandare anche attraverso le moto, l'indomito spirito Italiano sui campi di gara internazionali, ipotesi che però si scontra con le ideologie autarchiche in vigore nel ventennio, vista la provenienza delle moto. A dirigere il reparto motociclistico, probabilmente Enzo Ferrari chiamò il cugino Saracco Ferrari, direttore sportivo della Scuderia negli anni 1930 e 1931, che lasciato il posto di DS auto a Mario Lolli nel 1932 e 1933 e poi a Federico Giberti nel 1934, ovviamente sotto la diretta supervisione di Ferrari stesso, gestì il reparto motociclistico. Le categorie venivano quasi tutte "coperte" dalle moto d'oltremanica: si gareggiava in 250, 350 e 500 cc. in circuiti italiani come Livorno, Pescara, Roma, Asti e Biella , per citare i più rinomati.
Altri dati certi sono quelli pubblicati nel famoso e quasi introvabile "Libro rosso", che traccia le imprese della Scuderia Ferrari dal 1929 al 1939, magistralmente scritto da Luigi Orsini e Franco Zagari, pubblicato nel 1979. Ma anche qui come si può vedere nella tabella sotto riportata, i dati non sono completi e il fatto che molti sono restati anonimi, dimostra il fatto che contrariamente al "reparto auto", la Scuderia dava meno importanza alle motociclette, anche se da questo "ramo" sono usciti piloti del calibro di Nuvolari, Varzi, Ascari, Surtees e tanti altri. MfB


SOMMARIO DELL'ATTIVITA' MOTOCICLISTICA 1932 - 1934


La pagina rappresenta uno studio condotto dall'autore sulla sezione motociclistica della Scuderia Ferrari e potrà, a seguito di nuovi accertamenti, subire modifiche atte ad inquadrare al meglio la verità storica dell'evento.



* I dati relativi alle competizioni motociclistiche sono stati estratti da
"LA SCUDERIA FERRARI 1929 - 1939" di Luigi Orsini e Franco Zagari - Edizione Olimpia 1979


Si ringrazia il Sig. Riccardo Andreoni - Centro Documentazione di Ferrari Auto S.p.A.


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Bibliografia


pagina pubblicata il 15/5/2005 - ultima modifica: 7/1/2012









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