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Alberto Ascari: 1955-2005

Realizzazione 2005 - scala 1/43 - modelli Kit: 625 F1 - FDS / Lancia D50 - Dallari - Collezione MfB

Ricordare un Campione a cinquant'anni dalla scomparsa, può sembrare retorico, ma nel caso di Alberto Ascari, "Ciccio" per gli amici, è un atto dovuto, essendo stato finora l'unico Campione del Mondo di F1 Italiano. Per ricordarlo, tra i tanti fatti che hanno accompagnato la sua lunga carriera sportiva, ho usato il mezzo della ricostruzione in scala di un avvenimento, forse unico nel suo genere: il "volo" in mare a Montecarlo del 1955. Subito dopo la commemorazione del maggio scorso voluta dall'AISA (Associazione Italiana per la Storia dell'Automobile) e dall'Automobile Club di Milano, con la presentazione del libro di Cesare De Agostini: "Ascari, un Mito italiano"; libro che si legge tutto d'un fiato, in quanto pieno di avvenimenti e aneddoti ai più sconosciuti, non ho potuto fare a meno di ricostruire quell'avvenimento, presagio di quello che sarebbe avvenuto a Monza quattro giorni dopo.

I fatti:

Principato di Monaco, 22 maggio 1955

Per il Gran Premio di Monaco, le argentee Mercedes, dopo la vittoria di Fangio nel Gran Premio d'Argentina (16 gennaio 1955), schierano Moss, Fangio e Simon con le potenti W196.
Da parte sua Ferrari schiera la 625 F1 per Maurice Trintignant e Giuseppe Farina, più due 555 Supersqualo per la coppia Taruffi-Frère e Harry Schell.

La Scuderia Lancia per la stagione 1955, fa scendere in pista la D50, gioiello di tecnica progettato da Vittorio Jano, un otto cilindri a V di 2485,98 cc., capace di erogare 250 CV a 8100 giri, pilotate da Ascari, Castellotti, Villoresi e Chiron. Il pubblico presente nelle stradine del Principato, applaude ad ogni passaggio della Lancia n°26, pilotata da Alberto Ascari, che, dopo il digiuno del 1954, in attesa che la Lancia gli metta a disposizione una vettura all’altezza delle sue doti di Campione del Mondo, finalmente può competere con i più forti.

Pronti-Via. Ascari parte in prima fila con il secondo tempo di 1'41"2, dietro a Fangio che ottiene la pole in 1'41"1. Simon con la Mercedes W 196, si ritira per noie al motore al 25° giro, seguito da Manuel Fangio al 50° giro. La Casa di Stoccarda si ritrova con Moss come unico portabandiera, che avrà, come gli altri due compagni di squadra problemi a 19 giri dalla fine, classificandosi così al 9° posto.


Il via del Gran Premio
Ascari in prova a Monaco
"Ciccio"Ascari con la D50
Subito dopo l'incidente
 
Il via del Gran Premio
Ascari in prova a Monaco
"Ciccio"Ascari con la D50
Subito dopo l'incidente



Ascari si ritrova solo al comando della gara; “ci voleva”, ripensa all’interno del suo abitacolo.
Jano gli ha messo a disposizione una vettura meravigliosa, con i serbatoi laterali staccati dal corpo vettura, unica nel suo genere.
“Ciccio” vola verso una facile vittoria. Mancano venti giri alla bandiera a scacchi, sarà una vittoria sua e per la sua Mietta. Eccolo transitare all’ottantesimo giro
e iniziare quello che sarà poi ricordato negli annali dell’automobilismo sportivo. Dopo essere transitato dalla Sainte Devote, Ascari punta diritto alla curva del Casinò e arrivato al Portier, entra nel tunnel a piena velocità, prima di affrontare all’uscita, la variante del porto. Ascari sterza il volante a sinistra per imboccare la variante, ma la macchina vola letteralmente in mare, abbattendo la recinzione costituita da tavole di legno e spostando come una furia i sacchi di sabbia messi ad estremo baluardo di difesa dalle acque monegasche.
In quegli attimi Ciccio si vide correre incontro un’enorme massa d’acqua, sotto lo sguardo sbigottito del pubblico che ammirava il Gran Premio nella tribunetta della variante e nelle adiacenti stradine fuori dagli hotel.


Il passaggio di Trintignant vincitore del Gran Premio
Uniche protezioni per piloti e pubblico: le balle di paglia
Ascari sbanda e vola in mare
Ascari sbanda e vola in mare
 Il passaggio di Trintignant vincitore del Gran Premio
Ascari vola in mare


La Lancia punta il mare e al contatto con le fredde acque, la D50 alza un'onda che bagna la pista attigua, rendendo pericoloso il passaggio degli altri concorrenti.
E Ascari? Venne “ripescato” da un sommozzatore che fortunatamente si trovava nei paraggi, forse da quelle parti per una previdente gestione della corsa da parte della Direzione Gara.


I segni della frenata lasciati sulla pista
E' l'ottantunesimo giro e Ascari alla variante del porto, punta diritto il mare evitando la tribunetta


Il contatto con l’acqua fece riprendere dallo shock "Ciccio" che, aiutato dal subacqueo, guadagnò la via della risalita dal fondo e quindi dell’ospedale monegasco. La prognosi fu di “colpo al setto nasale e al fianco destro”. Disteso nel letto, Ascari ripensa all’incidente e alla causa, non capendo il perchè di quel comportamento anomalo della sua vettura.



La Lancia D50 n°26 abbatte le barriere in legno
Il pubblico osserva incredulo il pauroso volo
La Lancia D50 n°26 abbatte le barriere in legno
Il pubblico osserva la gara


Le immagini gli scorrono davanti come in un film. Si rivede uscire dal tunnel e togliere solo un attimo il piede dal gas; rivede doppiata la Maserati di Perdisa spostarsi sul suo fianco e poi dietro di lui. Ripensa a quell’attimo in cui sterza il volante a sinistra come aveva già fatto quel giorno per ottanta volte, per poi riportarlo con un’altra manovra altrettanto secca verso destra. Ma a quel punto del ricordo, qualcosa si fa buio, nel suo vissuto manca qualche fotogramma. Rivede il mare farsi sempre più vicino e minaccioso e non ne capisce il perché.
I perché ovviamente non vennero mai rivelati con certezza. E' costume delle corse automobilistiche da sempre. Secondo Cesare De Agostini, autore del recente libro:”Ascari un mito Italiano”, le cause vanno ricercate in queste tre differenti versioni dell'incidente:
la prima va identificata in un guasto tecnico della vettura, ovvero il bloccaggio del freno anteriore destro;
la seconda che la rossa n°26, slittò sull’olio lasciato in pista all’ottantesimo giro dalla Mercedes di Moss;
mentre la terza che Ascari arrivò alla variante a velocità troppo sostenuta per staccare la Maserati di Perdisa che pur se doppiato, lo stava pressando da qualche giro.


Il recupero della Lancia D50 di Alberto Ascari
Il recupero della Lancia D50 di Alberto Ascari
La Ferrari 625 di Trintignant
Il circuito di Montecarlo
Il recupero della Lancia D50 di Alberto Ascari
La Ferrari 625 di Trintignant
Il circuito di Montecarlo
e la chicane del porto

 

Adesso la gara è condotta dalla Ferrari 625 F1 di Trintignant, che trovatosi solo davanti a tutti, vola verso una vittoria inaspettata, sia per lui (partito in quarta fila con il nono tempo di 1'44"4) che per Enzo Ferrari. Per la Scuderia Lancia, la consolazione del secondo posto di Castellotti e del quinto e sesto posto di Villoresi e Chiron. Resta il fatto che quattro giorni dopo l’incidente, Ascari si ripresenta a Monza non ancora ristabilito completamente e conclude tragicamente così la propria vita nella curva che da allora lo ricorda.

Il diorama

Si è voluto rappresentare il tratto di pista subito a valle della Variante del porto, con la strada divisa dalla pista, solo tramite balle di paglia e alberi. Come quinta del diorama, è stata ricostruita la facciata di un hotel, con uno spaccato della vita quotidiana della cittadina monegasca. Gente che osserva la gara, mischiata a gente che tranquillamente si gode il sole, seduta sulle panchine vicine al mare. Corsa e vita comune si mischiano come se niente fosse, lontana dall'idea del pericolo di una gara automobilistca che si sta svolgendo a pochi metri di distanza, suggestive immagini che si possono vedere solo a Montecarlo.
Ovviamente, forse Trintignant non si sarà trovato in quella posizione mentre Ascari finiva in mare, o forse, non avendo reperito altre fotografie scattate dal versante mare, (nel 1955 le barche all'ormeggio non erano molte) oltre a quelle esposte in questa pagina, la facciata dell'hotel non era proprio così: ma la dinamica dell'incidente, quella si, quella è reale. Ascari sfondò realmente quelle barriere e si trovò realmente con il mare che gli correva incontro e ci si tuffò, "guidato" dalla sua rossa D50. Ma il bello delle ricostruzioni modellistiche è anche quello, ogni tanto, di lasciarsi andare e uscire dagli stretti vincoli imposti dalla storia. In fondo, anche Ferrari era solito dire che la storia è composta anche da molta fantasia. MfB



 
Ordine arrivo del Gran Premio di Monaco 1955
Partenti 20 vetture
1.
M.Trintignant
Ferrari
2.
E.Castellotti
Lancia
3.
J.Behra - C.Perdisa
Maserati
4.
G.Farina
Ferrari
5.
L.Villoresi
Lancia
6.
L.Chiron
Lancia
7.
J.Pollet
Gordini
8.
P.Taruffi - P.Frère
Ferrari
9.
S.Moss
Mercedes



Realizzazione 2005 - scala 1/43 - modelli Kit: 625 F1 - FDS / Lancia D50 - Dallari - Collezione
MfB


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Bibliografia

pagina pubblicata il 3/9/2005






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