#3
|
Quando
la Polizia "girava" in Ferrari - anni 60 |
|
Siena-Monza
44
Non è una strada statale e nemmeno una strada provinciale
italiana. E' la sigla di chiamata radio della Ferrari 250 GT
2+2, conosciuta anche come 250 GTE che la Questura romana (doppia
vela) aveva in dotazione negli anni 60. Per l'esattezza le "Pantere"
erano due, ma una si distrusse quasi subito durante un inseguimento
per le strade della capitale. A dirigere la vita quotidiana
della nera FERRARI rimasta, targata "Polizia 29444",
fu chiamato il Maresciallo Spatafora che con i colleghi d'equipaggio
cercò di rendere la vita dura alla delinquenza dell'epoca
munita di potenti Alfa Romeo 1900. Le due Ferrari avevano in
dotazione tutto l'equipaggiamento d'ordine che una Pantera richiede,
con tanto di scritta e numero di telefono sulle fiancate: Squadra
Mobile 555.555. Gli inseguimenti per le strade capitoline
erano all'ordine del giorno e quale vettura, meglio di una Ferrari
poteva contrastare le grosse Alfa?.
Tutto il personale di servizio addetto alle vetture, venne inviato
a Maranello e dopo un corso teorico, ne seguì uno pratico
di guida veloce all'Aerautodromo di Modena, annessi anche finti
inseguimenti, sotto l'attenda direzione di Roberto Lippi del
Reparto Esperienze della Ferrari, corso che più avanti
darà il massimo risultato nel mitico inseguimento per
le scalinate di Trinità dei Monti ad opera del l'irruento
M.llo Spatafora, restando unico esempio fino ad oggi di una
simbiosi tra "cavallino" e "pantere". Nelle
due fotografie riportate, si vedono gli agenti all'Aerautodromo
di Modena alla fine del corso veloce in una foto ricordo e la
250 GT 2+2 restaurata e rimessa in circolazione per i raduni
storici dalla Polizia di Stato. |
Lorenzo
Bandini: "dischi per imparare a guidare"1964 |
|
25
ottobre 1964 - Gran premio degli Stati Uniti
Le Ferrari schierate sulla linea di partenza del Gran Premio
USA, non sono poi così tanto rosse come sempre, anzi
del rosso non hanno proprio niente, se non il volto di Enzo
Ferrari, irritato con le Autorità Sportive Italiane per
la mancata omologazione della 250 Le Mans. Ferrari sempre lungimirante
e intuitivo, schiera le sue monoposto con i colori N.A.R.T.
di Luigi Chinetti, importatore Ferrari negli USA.
La Ferrari reduce da un "inseguimento" tecnico nei
confronti dei rivali anglosassoni, deve giocarsi il tutto per
tutto se vuole vincere il Campionato del Mondo Piloti e Costruttori.
Il 25 ottobre 1964 si disputa il Gran Premio del Messico,
ultimo appuntamento stagionale e ultima occasione per vincere
il Campionato del Mondo da parte di John Surtees.
Clark parte subito bene, mentre Surtees ha problemi con il cambio
e perde terreno. Graham Hill tenta di superare Bandini in curva,
ma le due vetture entrano in collisione, provocando un testa
coda della BRM che deve rientrare ai box per verifiche. Ripartito,
giungerà al traguardo solo 11°. Mentre John Surtees
è costretto a rincorrere, Jim Clark conduce il GP in
perfetta solitudine, fino a dieci giri dal termine, quando la
verde Lotus perde velocità e lascia il comando della
gara a Dan Gurney.
Dai box Ferrari viene segnalato a Bandini il cambio di posizioni
con il compagno di squadra, visto che Surtees è in lotta
per il Campionato del Mondo, quindi ha bisogno di punti. Bandini
rispettoso degli ordini imposti, fa passare il compagno di squadra.
Clark con problemi alla sua vettura è sempre secondo,
dietro a Gurney e se la gara finisse così sarebbe Campione
del Mondo, ma come nel 1935 nel Gran Premio di Germania quando
tutti aspettavano l'argentea Mercedes di von Brauchitsch, ecco
apparire Nuvolari, così in Messico la Ferrari bianca
e blu di Surtees appare al posto della verde Lotus di Clark,
posizionata al secondo posto e quindi matematicamente Campione
del Mondo 1964 con 40 punti, davanti a Hill (39) e Clark (32).
Bandini in Messico si classificò al terzo posto dietro
Gurney e Surtees. Come ringraziamento all'opera di Bandini,
Graham Hill invierà al pilota italiano per natale un
corso di guida inciso su dischi in vinile. Anche questo è
automobilismo. |
Jacky
Ickx "Pierino la peste" 1968 |
|
22
settembre 1968 - Gran Premio del Canada - Mont Tremblant
Mancano tre gare alla fine del Campionato del Mondo di F1 1968.
La classifica Piloti parla chiaro e vede Graham Hill condurre
il campionato con 30 punti, con Jacky Ickx distanziato di tre
lunghezze a 27 punti. Tutto è possibile e la Ferrari
si impegna al massimo per ripetere l'impresa del 1964. La 312
F1 consegnata a Ickx non è delle migliori e malgrado
le lamentele del pilota belga riguardo ad un problema all'accelleratore,
ai box nessuno sembra farci caso più di tanto. Il caso
volle che l'accelleratore restò veramente bloccato "tutto
aperto" e il povero Ickx uscì di pista con il risultato
di fratturarsi una gamba. Ovviamente niente gran premio, ma
Jacky non si rassegna e complice bonario Franco Gozzi e una
vistosa ingessatura alla gamba, richiede agli organizzatori
del gran premio il ruolo di starter. Il carattere di Ickx è
conosciuto nell'ambiente come scanzonato e allegro e se c'è
da prendre in giro qualcuno, Ickx è sempre in prima fila.
La squadra Ferrari al via del Gran Premio vede Chris Amon seduto
nella monoposto di Maranello e Ickx in piedi con la bandiera
a scacchi in mano. Gozzi suggerisce a Ickx uno stratagemma per
agevolare in partenza di Amon: tenere la bandiera a scacchi
alzata per tre secondi e poi abbassarla, favorendo così
il compagno di squadra complice del giochetto. Detto-fatto!.
Ickx alza la bandiera, Amon lo guarda e incomincia a contare
fino a tre. Ma "Pierino la peste" la abbassa subito
dopo un secondo, lasciando Amon frastornato e oltretutto con
il motore della sua Ferrari ancora su di giri ma fermo, superato
da quasi tutti gli altri partecipanti al GP, ignari dell'accordo
fatto in precedenza dai due ferraristi. Ickx dall'alto della
sua postazione di starter se la ride allegramente osservando
Amon inveire con il pensiero, ma questo è Jacky Ickx,
un eterno ragazzo. Il Gran Premio finirà poi con la vittoria
di Danny Hulme su McLaren-Ford, seguito da Bruce McLaren su
McLaren-Ford e da Pedro Rodriguez su BRM, mentre Chris Amon
è costretto ad un mesto ritiro al 73° giro per rottura
della trasmissione.
|
Ickx
e la 24 Ore di Le Mans del 1969 |
|
Le
Mans 1969
La 24 Ore di Le Mans del 1969 verrà ricordata come l'ultima
24 Ore con partenza a spina di pesce. Nessun cambiamento da
parte della Federazione Automobilistica, nessuna marcia indietro
da parte degli organizzatori della corsa francese, ma un pilota,
un solo pilota seppe dimostrare l'inutilità anche se
pur coreografica di quella partenza a volte rischiosa per i
piloti stessi e le vetture partecipanti.
Jacky Ickx dimostrò che si poteva vincere anche senza
precipitarsi verso le vetture schierate ad una trentina di metri,
dall'altra parte della pista. Spesso la foga di arrivare per
primi nell'abitacolo della vettura e ripartire a tutta velocità,
faceva dimenticare ai piloti le norme più elementari
di sicurezza, come allacciarsi le citure. All'abbassarsi della
bandiera tutti i piloti corsero verso le vetture meno uno. Quell'uno
era appunto Ickx, che con flemma inglese attraversò la
pista a passo normale, salì in macchina, per la cronaca
una Ford GT40, richiuse lo sportello, si allacciò le
cinture di sicurezza e partì verso una vittoria epica.
Ormai i primi erano lanciati verso le prime curve, ma Ickx non
si fece "assalire" dalla foga della partenza e scaricando
a terra i cavalli della sua vettura, si accodò agli ultimi
partenti. Dopo una corsa massacrante arrivati agli ultimi giri,
Ickx si trova in lotta con la Porsche 908 di Herrmann. Sul rettifilo
delle Hunaudiers, Hermann cercò di scollarsi di dosso
il belga decellerando per far perdere la scia a Ickx che non
si faceva sorprendere. A sua volta accellerando, tirava la staccata
sorpassando Herrmann all'interno della curva. A ventiquattro
anni, Ickx vinceva la prima delle sue sei 24 Ore di Le Mans.
La vittoria convinse gli organizzatori ad abolire la modalità
di partenza a "spina di pesce", istituendo la partenza
con piloti già in vettura partendo dal 1970. |
Fuji
1976 : un Campionato perso in galleria |
|
24
ottobre 1976 - Gran Premio del Giappone - Mont Fuji
Il ritiro di Niki Lauda al Gran Premio del Fuji, costò
alla Ferrari una sicura vittoria del Campionato del Mondo 1976
e venne definito da più parti come "il coraggio
di avere paura". Lauda ed Hunt si giocavano il tutto per
tutto in quella corsa, contando anche sull'aiuto dei "gregari",
che per la Ferrari e per Lauda forse non avvenne nel miglior
modo. Niki Lauda nel suo libro:"I miei anni con Ferrari"
- Editoriale Olimpia - 1979, descrive in maniera singolare e
univoca quello che avvenne realmente quel giorno:
" Pioggia, pioggia, pioggia. Le prime prove vengono effettuate
solo per accertare l'agibilità della pista. Io torno
subito al box perchè sarebbe una pazzia correre in queste
condizioni. Tutti i piloti, fuorchè tre, si pronunciano
contro la partenza. Si parla, si discute, si litiga, c'è
un continuo tiremmolla tra i commissari, i direttori sportivi
ed i piloti. Alle seconde prove, pochi partecipano, io no. E'
una pura follia voler correre con tanta acqua sulla pista: perdi
ogni senso dell'orientamento perchè non puoi vedere altro
che acqua.; c'è il pericolo dell'acqua-planning. Non
sei più in grado di controllare la macchina, nè
con la testa, nè con le mani perchè ti trovi in
situazioni di fronte alle quali sei impotente. Stanno discutendo
e agitandosi, vengono confrontati i pro e i contro, viene notato
che non si dovrebbe dimenticare la televisione. Ad un punto
dicono:" Sono le due passate e alle cinque fa buio, quindi
dobbiamo dare inizio alla gara". E' pura follia, si è
dibattuto per cinque ore sugli svantaggi ed i vantaggi e ad
un tratto, tutte le considerazioni che si sono fatte, non sono
più valide perchè sono le due e mezzo. Annunciano
che la partenza avrà luogo fra cinque minuti. (omissis)
Accanto a me vedo Watson che, girando come una trottola, finisce
nel prato adiacente: questo è l'effeto dell'acqua-planning.
(omissis) L'unico motivo per cui continuiamo la gara è
il pensiero che forse avremo presto una corsia asciutta. Ma
alla partenza la pioggia aumenta d'intensità. E' quasi
impossibile controllare la macchina Si, si posso vedere i punti
critici e tenersi al margine destro, "nuotando" attraverso
la corrente d'acqua, tutto questo alla velocità si 150
km/h e a seconda di quant'acqua c'era, uno si può forse
ritrovare ancora sulla pista, o nel prato o (nel peggior dei
casi) contro i guard-rail. (omissis) Compiuto il secondo giro,
torno al box. Forghieri si china su di me e mi chiede cosa c'è.
Gli spiego che non voglo correre perchè è pazzesco,
le condizioni sono troppo pericolose. Propone immediatamente:"
Annunciamo che hai un'avaria al motore". Ma io non
voglio e gli dico:" Dirò che non voglio correre,
non ho bisogno di una scusa".(omissis) Sto osservando
la corsa dal box. Dopo qualche tempo smette di piovere. Ma ormai
ne sono fuori. Non posso recriminare perchè la mia decisione
è stata giusta. (omissis) Dobbiamo lasciare l'autodromo
prima del termine della corsa per raggiungere il nostro aereo.
Nella macchina ci sono Marlene, Forghieri ed io. Se Hunt si
piazza al quinto posto o peggio, rimango campione mondiale.
Quando ce ne siamo andati, Hunt era in testa, ma sarebbe stato
necessario cambiare le gomme, insomma tutto era ancora possibile.
Sentiamo da una stazione radio americana che Hunt è retrocesso.
Non seguono altre notizie sul Gran Premio. Dopo un quarto d'ora
l'annunciatore comunica i risultati finali e precisamente in
questo momento entriamo nella galleria di fronte all'aereoporto
e non possiamo sentire nulla. Soltanto all'aereoporto, un incaricato
della ditta che si occupa del trasposrto delle Ferrari, ci dice
che Hunt è campione del mondo. Sono stato sfortunato.
In questo momento quasi non m'importa. Non posso mica mettermi
a piangere perchè ha smesso di piovere quando io m'ero
già ritirato".
Per la cronaca, gli unici piloti che abbandonarono la gara
vinta da Andretti in seguito alle avverse condizioni della pista
furono: Lauda, Pace e Fittipaldi. |
ultimo
aggiornamento pagina 18 ottobre 2007
|
Nota:
per la visione ottimale degli ultimi aggiornamenti, si consiglia agli
utenti che hanno salvato nella cache le pagine del sito di eseguire
un refresh della pagina interessata, garantendosi così, vista la diversità
dei browser usati, sempre la versione aggiornata. E'
vietata la riproduzione del website www.modelfoxbrianza.it
senza il consenso dell'autore, che
può tuttavia autorizzare
a citare
le parti dell'opera
che possono interessare, rispettandone però la paternità
di essa,
per non incorrere nel
plagio letterario, contemplato dalla Legge 22 aprile 1941 n°633,
e successive modifiche e integrazioni. Gli Autori delle fonti
bibliografiche e iconografiche sono citati nella sezione Bibliografia
del sito. Si ringraziano anticipatamente gli autori dei testi che hanno
citato come fonte, dopo le loro ricerche bibliografiche, il presente
sito web.
Le pubblicità presenti in questa pagina sono solo a scopo divulgativo
e non hanno carattere di lucro. Il website Modelfoxbrianza.it viene
aggiornato senza nessuna periodicità, quindi non rappresente
una testata giornalistica - (Legge 7 marzo 2001, n°62).-
RIPRODUZIONE RISERVATA
|